BitTorrent è l’applicazione P2P per la condivisione e la distribuzione di contenuti online più popolare tra gli utenti della Rete. Il successo del protocollo BitTorrent è dovuto principalmente alla ampia disponibilità di contenuti di valore cui i netizen possono accedere senza alcun costo. La maggior parte dei contenuti condivisi via BitTorrent è, in realtà, spinta da aziende che puntano a trarre profitto dai circuiti di P2P impiegati dai consumatori finali. Lo dimostra uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Università Carlos III di Madrid, del KOM Lab di Darmstadt e della Università dell’Oregon, intitolato “Is Content Publishing in BitTorrent Altruistic or Profit-Driven?”.


Secondo i risultati della ricerca, il 67% dei contenuti disponibili nei circuiti BitTorrent e il 75% dei download sono frutto di una minima percentuale di utenti delle applicazioni di P2P prese in esame nello studio. I ricercatori hanno focalizzato la loro attenzione sui numeri generati da The Pirate Bay e Mininova e hanno individuato tre profili di utenza: “Fake Publisher”, “Altruistic Top Publisher” e “Profit-Driven Publisher”.

I “Fake Publisher” sono le aziende specializzate nella lotta alla pirateria digitale e dai cosiddetti “malicious users”: a loro vanno ascritti il 30% dei contenuti condivisi e il 25% dei download eseguiti. I “Profit-Driven Publisher”, invece, sfruttano portali quali The Pirate Bay e Mininova per spingere gli utenti, tramite messaggi pubblicitari, ad affidarsi ai loro siti web per il download dei contenuti, previa sottoscrizione di un abbonamento. I “Profit-Driven Publisher”, informa lo studio, sono responsabili del 30% dei contenuti condivisi e del 40% dei download su BitTorrent.

Gli “Altruistic Top Publisher”, infine, sono responsabili dell’11,5% dei contenuti veicolati sui circuiti BitTorrent e si limitano a rendere disponibili, di solito, file audio, video ed ebook di dimensioni contenute.