COMUNE DI ZOLLINO Ass. SOTTO TRACCIA presentano   Tamburreddhu o Tamburello? Convegno di Studi sul tamburo a cornice salentino e le sue evoluzioni negli ultimi vent'anni   lunedì 30 aprile ore 19,...

Tamburreddhu o Tamburello? Convegno di Studi sul tamburo a cornice salentino e le sue evoluzioni negli ultimi vent'anni

Cultura e Società postato da Ufficio Stampa || 12 anni fa

COMUNE DI ZOLLINO

Ass. SOTTO TRACCIA

presentano

 

Tamburreddhu o Tamburello?

Convegno di Studi sul tamburo a cornice salentino e le sue evoluzioni negli ultimi vent'anni

 

lunedì 30 aprile

ore 19,00

presso Auditorium Centro Anziani di Zollino (Le)

 

Intervengono:

Paolo Paciolla, musicologo esperto di tamburi a cornice medio orientali

Luigi Chiriatti, storico e ricercatore di tradizioni salentine

Sergio Torsello, consulente scientifico, istituto "Diego Carpitella"

Gigi Toma, musicista della tradizione - "Alla Bua"

Claudio "Cavallo" Giagnotti, musicista e produttore - "Mascarimirì"

 

Modera

Stefano Donno (giornalista e scrittore)

 

Mostra di tamburreddhi storici a cura di: Luigi Chiriatti, Claudio "Cavallo" Giagnotti e Biagio Panico.

 

A seguire workshop a cura di:

- Biagio Panico, costruzione del "Tamburreddhu"

- Alessandro Rizzello, dimostrazione del preamplificatore per tamburo a cornice TC-1

 

 

Il 30 aprile 2012 alle ore 19,00 presso l’Auditorium del Centro Anziani di Zollino, si terrà il prestigioso convegno “Tamburreddhu o Tamburello?”, tavola di studio sul tamburo a cornice salentino e le sue evoluzioni negli ultimi vent'anni dal titolo. Intervengono Paolo Paciolla (musicologo esperto di tamburi a cornice medio orientali); Luigi Chiriatti (storico e ricercatore di tradizioni salentine); Sergio Torsello (consulente scientifico, istituto "Diego Carpitella"); Gigi Toma, (musicista della tradizione - "Alla Bua"); Claudio "Cavallo" Giagnotti (musicista e produttore - "Mascarimirì"). Modera Stefano Donno giornalista e scrittore. È prevista inoltre una mostra di tamburreddhi storici a cura di Luigi Chiriatti, Claudio "Cavallo" Giagnotti e Biagio Panico. A seguire il  workshop a cura di Biagio Panico, costruzione del "Tamburreddhu" a cura di Alessandro Rizzello, e dimostrazione del preamplificatore per tamburo a cornice TC-1. L’appuntamento è organizzato e promosso da Comune di Zollino e Ass. Sotto Traccia che nasce dalla collaborazione tra Dilinò, il tamburello.com e Kurumuny.

 

 

Tamburreddhu o Tamburello? (a cura di Claudio “Cavallo” Giagnotti – Associazione Sotto Traccia)

 

Se vuoi capire un popolo ascolta la sua musica. E cos'è la pizzica se non il battito del Salento? E cos'è il tamburello se non il ritmo del cuore? Metti la mano sul cuore e ascolta la musica del Salento. Allora capirai. (Luigi Cervelli)

 

 

Da tempo la musica tradizionale salentina è attraversata da molti incontri musicali, si contamina con altri stili musicali, non solo con le musiche di altre tradizioni ma soprattutto con altri generi musicali (rock, pop, elettronica…). Questo ha portato a una confusione sonora caratterizzata dall’utilizzo di strumenti non consoni alla tradizione musicale salentina soprattutto nell’uso di percussioni (tamburi a cornici) che non rispettano l’archetipo che i maestri costruttori ci hanno tramandato negli anni. Da qui nasce l’idea di costruire o ricostruire un’identità sonora che ritorni a parlare o, meglio, ritorni a farci ascoltare quei miscugli sonori che quell’irregolarità costruttiva degli antichi maestri ha fatto conoscere al mondo intero come la musica tradizionale salentina e il suo strumento principe, “u tamburreddhu”. Da anni passa nella mia testa l’idea di dare una linea sonora a una tradizione che sempre più sta dimenticando le proprie sonorità, soprattutto dopo la morte dell’ultimo grande costruttore di tamburreddhi salentini, mesciu Ninu, al secolo Giovanni Sancesario di Nociglia. Strano che questo lo pensi un musicista come me che, forse più di tutti, ha contaminato la musica tradizionale salentina con altri stili e altre sonorità. Penso, però, che sia arrivato il momento di fermarsi e dare una giusta dimensione allo strumento principe della tradizione musicale salentina. Tante, infatti, sono le caratteristiche che sono cambiate negli ultimi quindici anni: materialmente i tamburreddhi sono diventati sempre più leggeri, le pelli sempre più armonizzate, ispirate, cioè, ai colori ritmici dello strumento, trascurando di conseguenza quella che possiamo definire, in maniera gergale, la “botta” ossia la circolarità del tempo di battuta. Anche i sonagli sono cambiati tanto che oggi hanno forme e dimensioni diverse da quelle che siamo abituati a vedere nei filmati di repertorio che testimoniano la tecnica rotatoria della mano che oggi ha guadagnato in precisione nel suono del sonaglio, capace di creare una figura ritmica sempre uguale a se stessa, ma ha perduto proprio quell’irregolarità sonora creata, appunto, dal tamburreddhu e dalle sue antiche modalità costruttive. Così, parlandone con alcuni nuovi costruttori (fra tutti gli amici Biagio Panico e Vito Giannone), inevitabilmente ci si è domandati che cos’è oggi  lo strumento che suoniamo, come sono cambiati i materiali e l’uso dello stesso: ieri oggetto utilizzato in una terapia come il tarantismo, oggi strumento musicale che i giovani salentini - e non solo - usano per rivendicare un’appartenenza politico-culturale attraverso la musica tradizionale. Sicuramente non bisogna dimenticare che viviamo il presente, pertanto non dobbiamo conservare la tradizione e perpetuarla in una maniera folclorica, ma apportare quelle migliorie artigianali che la contemporaneità permette. È giusto che i nuovi costruttori, analizzando gli strumenti che la tradizione ha conservato, abbiano migliorato l’oggetto artigianale portandolo a diventare un vero strumento musicale. Proprio a questo la mia riflessione vuole giungere: riconoscere lo strumento “tamburreddhu” non come un souvenir ma come il vero emblema della tradizione salentina. Occorre riflettere su questo: perché per suonare il flamenco bisogna utilizzare la chitarra flamenco e per suonare la pizzica, invece, va benissimo qualsiasi tamburello?

 

Claudio “Cavallo” Giagnotti

 

 

 

 

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www.iltamburello.com di Biagio Panico