Il 2015 appena concluso, per quanto concerne il tema della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro, rileva dati allarmanti: il Nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Lecce, ad esempio,...

Sicurezza sui luoghi di lavoro: 1 azienda su 4 non rispetta la normativa

Lavoro postato da Salvatore Segni || 8 anni fa

Il 2015 appena concluso, per quanto concerne il tema della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro, rileva dati allarmanti: il Nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Lecce, ad esempio, ha effettuato una serie di ispezioni facendo poi il punto della situazione; lavorando fianco a fianco alla Direzione Territoriale del lavoro hanno appurato che, delle oltre 600 aziende al centro dell’ispezione, più della metà sono risultate irregolari a vario titolo (e una di queste è risultata persino non registrata come azienda, dunque sconosciuta alla pubblica amministrazione). Le irregolarità contestate coinvolgono principalmente il settore edile (da sempre tra gli ambiti nei quali è maggiormente richiesto un aggiornamento dei dipendenti tramite adeguati corsi sicurezza lavoro): 145 le aziende ispezionate, 123 quelle colpite da sanzioni di natura amministrativa e penale. Uno scenario non dissimile nel settore agricolo, con ben 89 aziende delle 103 soggette a controllo, nelle quali sono state registrate o contestate numerose irregolarità.

Gli accertamenti dei carabinieri, oltre ai già citati settori edili e agricoli, hanno investito le attività commerciali (con 118 aziende ispezionate) oltre ad alberghi e i pubblici esercizi (71): l’incidenza delle irregolarità investe circa il 73 per cento di queste attività sia in termini di sicurezza sui luoghi di lavoro quanto al cosiddetto fenomeno dei lavoratori “in nero”.

Non diverso lo scenario dal punto di vista dei lavoratori: 1537 quelli esaminati da Carabinieri del Nil, 629 quelli irregolari, cioè oltre il 41 per cento dei soggetti ad accertamento. Sono più di 300 i lavoratori “in nero”, mentre i minori identificati sono risultati 14, tutti italiani con l’eccezione di un solo straniero.

Sette di essi non erano dotati dell’adeguata certificazione: l’attività non rispettava né le norme relative al collocamento né quelle relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Sono 80 le aziende sospese e più di 154 mila gli euro riscossi finora grazie alle sanzioni amministrative scattate in seguito agli accertamenti. In alcune delle aziende sospese, i lavoratori in nero superavano del 20% i dipendenti regolari. L’interdizione ha coinvolto principalmente l’edilizia (sono 31 le sospensioni messe in atto) e l’agricoltura, nelle quali 20 delle aziende esaminate sono state sospese. Complessivamente, le sanzioni amministrative applicate hanno prodotto, nell’arco del 2015, un importo di oltre 1 milione di euro, 150 mila dei quali già riscossi. Oltre 600 mila gli euro recuperati dai contributi previdenziali e dai premi assicurativi, subito incamerati dall’Inps e dall’Inail. Novantatre invece, nel solo mese di luglio, i soggetti accusati di truffa ai danni dell’Istituto Previdenziale, per un danno di oltre 600 mila euro: falsi braccianti che percepivano indennità di disoccupazione.

Sono invece 179 le prescrizioni penali, tutte legate all’assenza di adeguate certificazioni (i dipendenti non erano stati preparati medianti adeguati corsi sicurezza lavoro, nel rispetto del Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro, anche noto come D.lgs 81 del 2008). L’unico dato in ribasso rispetto agli anni precedenti riguarda il fenomeno del lavoro minorile: solo quattordici i giovani di età compresa tra i sedici e i diciotto anni sentiti dagli inquirenti, impiegati durante l’estate nell’ambito turistico e alberghiero. Si tratta di un settore nel quale gli inquirenti hanno rilevato un dato non da poco: solo 1 azienda su 4 rispetta le norme in materia di istituti legali e contrattuali.