Dopo un inverno di piogge record ci dobbiamo aspettare un'estate torrida e secca, ce lo dice il CNR.

Animali e Natura postato da sguardonero || 10 anni fa

Questo inverno è stato caratterizzato da precipitazioni di carattere straordinario con allagamenti e fiumi straripati. Ora, secondo studi del CNR, ci dobbiamo aspettare un'estate particolarmente calda e secca. Secondo gli esperti del CNR esiste un nesso tra il clima piuttosto mite di questo inverno accompagnato da precipitazioni abbondanti (addirittura l'86% in più rispetto alla media 1971-2000 misurata a livello dell'intero territorio nazionale) e il clima caldo e secco che ci dobbiamo aspettare per la stagione estiva.

I dati forniti dal CNR sono stati ottenuti dalle ricerca oceanografica internazionale che si è appena conclusa nell'Adriatico, la "CARPET", Characterizing Adriatic Region Preconditioing EvenTs', che ha visto impegnati i ricercatori dell'Istituto di Scienze Marine del CNR di Venezia a bordo della nave Urania. Lo studio si è concentrato sulle cosiddette "acque dense" che si formano nell'alto Adriatico durante i mesi invernali e che poi scendono verso sud inestate, influenzando il clima dell'intero bacino.

Come ha rivelato Sandro Carniel, responsabile scientifico del progetto Carpet de CNR, la dinamica delle acque dense riveste un ruolo primario sulla stabilità del clima a livello oceanico e il Golfo di Venezia si presta benissimo per fare ricerche su questo fenomeno. Quello che si è evidenziato è che durante questo inverno le temperature miti e le abbondanti precipitazioni con il loro eccezionale apporto fluviale hanno determinato un aumento di circa 2 gradi di temperatura dell'acqua sul fondo, aumento che in previsione influenzerà il clima dell'estate, che sta per venire.

In sostanza, sostiene la ricerca del CNR, questo aumento di temperatura del mare ha inibito il rimescolamento delle acque marine con la conseguenza che sui fondali ci sarà un minore apporto di ossigeno. Se a questo si aggiunge il fatto che le ultime piene hanno riversato in mare notevoli quantità di materiale biologico è prevedibile una eccessiva proliferazione di alghe che, una volta decomposte, ridurrebbero ulteriormente i valori di ossigeno con le prevedibili conseguenze sulla fauna ittica: un segno evidente dei cambiamenti climatici in atto sul nostro pianeta.

Fonte: http://news.supermoney.eu/ambiente/2014/02/secondo-uno-studio-del-cnr-la-prossima-estate-promette-temperature-elevate-0064970.html