Scavalcata la protezione di Blu-ray e pay TV digitale ad alta definizione.

Salta il lucchetto anticopia

Informatica postato da foresto || 13 anni fa

Era solo questione di tempo; come accade per la maggior parte dei sistemi anticopia anche il protocollo HDCP di Intel, concepito per impedire la duplicazione di audio e video digitali sugli apparecchi non autorizzati (in barba alle leggi che danno ai consumatori questo diritto), è stato definitivamente scavalcato. La sua segretissima master key, la chiave passepartout presente nei lettori e televisori ad alta definizione e in molti personal computer, è stata infatti pubblicata sul web da un utente anonimo. La notizia ha ottenuto credibilità in seguito ad una conferma fatta da un portavoce della stessa Intel.

Ennesimo buco nell'acqua - Ancora una volta tutte le complicazioni e le incompatibilità messe in atto per cercare di scoraggiare la pirateria non sono dunque servite a nulla, se non a rendere più difficile la vita agli utenti onesti, afflitti inoltre dai maggiori costi generati da tutto il sistema anticopia, mentre i pirati hanno sempre continuato a copiare allegramente qualunque cosa. La vera novità non sta quindi nel poter duplicare più facilmente i film in Blu-ray per vederseli su un dispositivo non dotato di questi chip anticopia, ma nella possibilità di registrare digitalmente, in maniera molto semplice e senza perdita di qualità, i segnali delle TV via cavo e via satellite a pagamento in alta definizione.

Utenti legittimi penalizzati - Il protocollo HDCP, acronimo di High-Bandwidth Digital Content Protection, è un sistema sviluppato dalla Intel per proteggere dalle intercettazioni i segnali digitali in alta definizione in uscita da set top box per TV via cavo e via satellite, lettori Blu-ray e console per videogiochi verso un televisore HD. Il sistema codifica i flussi audio e video che vengono trasferiti da un apparecchio all’altro impedendo che durante il tragitto sia possibile copiarli e salvarli su un dispositivo di memoria esterno. Questo tuttavia penalizza la fruizione anche da parte degli utenti legittimi che, se in possesso di un apparecchio non dotato di chip HDCP, non possono usarlo per vedere contenuti protetti, pur avendone tutto il diritto.

Minaccia di azioni legali - Questa fuga di segreti non sembra preoccupare troppo Intel, che ha minacciato di fare causa a chiunque cerchi di realizzare apparecchi basati sulla chiave trapelata. Inoltre, sempre secondo la società informatica, la chiave richiederebbe di essere incorporata in un chip su misura piuttosto difficile da fabbricare. Tuttavia, in un mercato competitivo come quello delle nuove tecnologie, sarà difficile che i produttori hardware resistano alla tentazione di generarsi le proprie chiavi HDCP invece di pagarle, offrendo così apparecchi meno cari e più versatili, ai quali si potranno, per esempio, collegare anche monitor o proiettori non-HDCP senza degrado artificiale della qualità.

Software dimostrativo - Nel frattempo due ricercatori della Stony Brook University di New York, hanno pubblicato un programma open source, i cui dettagli sono liberamente esaminabili da chiunque e il codice legalmente distribuibile, che utilizza la chiave senza aver bisogno di un chip apposito. Il software, al momento non ancora abbastanza veloce da effettuare la decrittazione di un flusso video ad alta definizione in tempo reale su un processore di fascia media, serve più che altro per dimostrare che la chiave passepartout è reale e funziona, e che quindi il sistema anticopia che doveva in teoria proteggere i contenuti digitali in HD è irrimediabilmente violato.

Inutile fardello - L'assurdità di questi sistemi anticopia è che in fin dei conti si traducono solo in un inutile fardello di potenziali incompatibilità che penalizza esclusivamente gli utenti legittimi, impedendo loro, ad esempio, di vedere un film legalmente acquistato. Risulta ormai evidente come alle società di produzione di media non importi nulla che i loro sistemi di cifratura offrano soltanto una protezione simbolica e disagi ai consumatori; tutta la faccenda dell'HDCP è solo una storiella data in pasto alle case cinematografiche per convincerle di essere al riparo dalla pirateria. Il vero strumento contro gli usi non approvati dei contenuti digitali è la minaccia di azioni legali, non la crittografia.