Mìcol Mei presenta il suo nuovo progetto artistico: Pola.M, una collezione di polaroid che riflettono sul fallimento umano

Pola.M, il nuovo ambizioso progetto artistico della scrittrice Mìcol Mei

Cultura e Società postato da Granata Michela || 4 mesi fa

Mìcol Mei, scrittrice e artista poliedrica (“Il Richiamo del dirupo”, Miraggi Edizioni 2021), è l’autrice di un inedito e ambizioso progetto artistico dal titolo evocativo: Pola.M. Le sei opere fotografiche di cui consta il progetto sono visionabili in una versione digitalizzata sullo spazio web della scrittrice (www.micolmei.it) e sul profilo Instagram – dove Mei si serve del cinema, della letteratura e dell’arte in generale per creare una linea di contatto tra lei e il suo pubblico, per diffondere i suoi messaggi e rivolgersi direttamente ai suoi lettori e alle sue lettrici. Pola.M si consegna al fruitore come una necessità di fare tabula rasa dei precetti di compiutezza e perfezione con i quali l’essere umano è perennemente in conflitto, fino a relegarlo in uno stato di insoddisfazione incostante. Non per casualità, il titolo del progetto è un evidente omaggio a Leo Carax e alla sua pellicola del 1999, Pola X – con un eccezionale Guillaume Depardieu nei panni di protagonista – e narra la classica caduta dell’eroe e la sua conseguente rinascita. Ma nel citarlo, Mìcol Mei se ne distacca direttamente, perché se Pola X di Carax rappresenta l’ossessione della perfezione, Pola.M ne rappresenta l’assoluta e necessaria negazione di qualsivoglia precetto perfezionistico. Il soggetto principale che viene esaltato e favorito nei sei scatti di Pola.M è proprio l’essere umano, l’uomo con tutte le sue contraddizioni, il suo essere imperfetto eppure il tormento e le energie che spende per dover apparire il più possibile coerente all’immagine che gli altri hanno di lui. Le serie di polaroid in formato ridotto si costituisce di sei scatti autoprodotti: Melpomene, Bed, M.M., Food is not rational, The wall are Us e infine Burn, tutte accomunate dalla capacità intrinseca dell’arte di farsi ermetica e di spiegarsi solo nella soggettività: i sei soggetti, infatti, rispondono a un’estetica astratta che spinge il fruitore dell’opera alla riflessione. Eppure, nonostante la loro interpretazione sia tutto fuorché immediata e improvvisa, chi si ferma un attimo a guardare i soggetti che compongono Pola.M non può che sentire qualcosa dentro di sé, una sensazione, una percezione soggettiva che lo spinge a capire e a cercare le risposte.