In questo articolo affrontiamo tale quesitone spinosa, spiegandoti se sia un obbligo o meno comunicare il tuo stato di salute al datore di lavoro.

Salute e Benessere postato da biomeglio || 7 mesi fa

Il dubbio se sia il caso di comunicare al proprio datore di lavoro la propria invalidità civile affligge molti lavoratori, che non solo non hanno ben chiari i vantaggi che potrebbero ottenere, ma temono persino delle ritorsioni negative in ambito lavorativo. Vero è che, in base al tipo di invalidità civile di cui sei portatore, ci sono delle mansioni che per te potrebbero risultare pericolose e non adatte al tuo livello di abilità. Cosa si intende per Invalidità Civile Prima di addentrarci nella questione, è importante chiarire cosa si intende per invalido civile basandosi sulle normative italiane ed europee; in sostanza, si tratta di una persona affetta da una qualsiasi menomanza fisica, psichica o sensoriale, che sia permanente e tale da impedire il normale svolgimento delle attività di vita. Il riconoscimento di tale stato di salute può essere richiesto da chiunque risieda regolarmente in Italia e può riguardare sia il minore che presenta difficoltà di apprendimento, sia l’anziano che fatica ad assolvere alle funzioni relative alla propria età. Non vengono inclusi, tuttavia, tutti coloro che sono diventati invalidi per cause lavorative, di guerra o di servizio, i ciechi e i sordi, per i quali è prevista una normativa a parte. Detto ciò, in base alla percentuale di invalidità civile, puoi ottenere diverse agevolazioni nazionali: Dal 33% al 73% sono concesse agevolazioni fiscali e di assistenza sanitaria; Dal 46% puoi essere iscritto alla lista delle categorie protette, secondo la Legge n. 68 del 1999; Dal 66% sei esentato dal pagamento del ticket sanitario; Dal 74% al 100% hai diritto a ricevere prestazioni economiche sulla base della tua situazione reddituale, come l’assegno mensile e l’indennità di accompagnamento.

Fonte: https://posizioniaperte.com/obbligo-comunicazione-invalidita-civile-al-datore-di-lavoro/