Struttura finanziaria e redditività delle aziende familiari: la riflessione di Maurizio Tamagnini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di FSI

Economia postato da webpressmt || 3 anni fa

FSI, guidato dall’AD e DG Maurizio Tamagnini, ha promosso in partnership con l’Università Luigi Bocconi uno studio che esamina l’impatto della struttura patrimoniale e finanziaria sulla redditività delle imprese. L’analisi di Maurizio Tamagnini sul report FSI - Bocconi “Le aziende familiari hanno bisogno di soci di capitale e anche di debito. Ma dev’essere un indebitamento graduale, per crescere, così da fare acquisizioni e diventare poli di aggregazione”: così Maurizio Tamagnini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di FSI, in merito alla necessità per le aziende familiari di aprire il proprio capitale e fare debito “buono”. Tale scenario è stato evidenziato dai risultati di un recente studio condotto da Osservatorio AUB e promosso da FSI in partnership con l’Università Luigi Bocconi. Al centro dell’indagine 16.845 imprese con ricavi oltre i 20 milioni di euro nel periodo 2014-2018, considerato un basso debito di partenza. Lo studio ha mostrato che, anche su un orizzonte temporale differente, le aziende con un tasso di indebitamento più elevato hanno riscontrato livelli di crescita e redditività inferiori. “In un settore industriale come quello italiano, dove le aziende sono tutte familiari o quasi, è importante avere capitale per la crescita che sia concentrato non sui dividendi immediati, ma sul portare fieno in cascina”, ha spiegato l’AD e DG Maurizio Tamagnini. FSI, Maurizio Tamagnini: soci di capitale e debito “buono” per ripartire velocemente nel futuro Le considerazioni di Maurizio Tamagnini proseguono fornendo un ulteriore spunto di riflessione: “Se comperi un’azienda per 100 milioni, ma le metti subito 60 milioni di debito, la freni. Se invece la lasci con della cassa, poi l’azienda stessa può usare quei 60 milioni per fare acquisizioni e crescere”. Tale cultura, come sottolineato dall’AD e DG di FSI, è purtroppo ancora poco estesa ma, aggiunge, “si auspica che si diffonda in questo momento”. Quale dunque lo scenario ipotizzato per il prossimo futuro, in particolare quando la pandemia sarà alle spalle? “Ci saranno due tipi di reazioni: chi parte velocemente e chi resta al palo”, è l’indicazione di Maurizio Tamagnini, che sottolinea inoltre come le aziende più patrimonializzate saranno quelle ad avere maggiori possibilità per ripartire al meglio e rilanciarsi. Il modello citato dall’AD e DG è quello di due casi su cui il Fondo ha lavorato negli scorsi anni: Cedacri e Sia. Cresciute entrambe per acquisizioni e con un indebitamento incrementato in maniera graduale, oggi le due società sono oggetto d’interesse per la realizzazione di importanti poli nei settori della finanza e dei pagamenti.

Fonte: https://www.topmanageronline.eu/2021/02/10/maurizio-tamagnini-attenti-debito-fa-bene-se-buono/