Nel 2013, quasi centomila italiani avevano lasciato la Penisola per emigrare all’estero.

La fuga dei cervelli, un dramma italiano

Lavoro postato da lparmy || 9 anni fa

La fuga dei cervelli è il vero dramma dell’Italia. Gli ultimi dati fotografano una situazione tragica della situazione dei giovani, che sono sempre più costretti a lasciare la Patria per cercare opportunità di lavoro in luoghi più convenienti alle loro esigenze.

 

I numeri di quanti scappano dall’Italia


Nel 2013, quasi centomila italiani avevano lasciato la Penisola per emigrare all’estero. E la motivazione è sempre la stessa: cercare Paesi che possano offrire migliori condizioni lavorative. D’altronde l’Italia è la terra del precariato eterno, degli stage non pagati (il che è anche un illecito) e della difficoltà di trovare lavoro. La situazione diventa ancora più drammatica guardando i neo-laureati: il 34% delle persone che si sono appena laureate decide di lasciare l’Italia, recandosi in un altro Paese per cercare lavoro.


Più del 60% di queste persone proviene dal Mezzogiorno, terra che ormai non riesce più a soddisfare le esigenze di chi lì ha vissuto tutta una vita. E questa è la vera sconfitta del sistema Italia, che lascia andar via i migliori talenti perchè non in grado di dare loro opportunità di lavoro. Nonostante quindi questi giovani pensino a tutti i dettagli per trovare un’occupazione, per esempio su come preparare il curriculum, il sistema lavorativo respinge queste abilità e le lascia scappare via. Le ultime e note vicende politiche italiane consegnano poi un’ulteriore fotografia di come funzionano le cose in Italia.

 

Rientro dei cervelli: avverrà mai?


In tanti hanno sostenuto di varare delle norme e leggi per promuovere il ritorno dei cervelli in Italia. Ma questo avverrà mai? Chi ha deciso di andare via, rifugiandosi a Londra o in Australia, le mete più ambite, difficilmente sceglie di tornare indietro se è riuscito a crearsi una vita al di fuori dell’Italia. Il problema infatti è a monte: bisogna frenare la fuga dei cervelli attraverso un sistema Paese che possa offrire possibilità di inserimento ai giovani, troppo spesso fermati dal mancato cambio generazionale e da alcuni ambiti che non offrono sbocchi lavorativi (basta pensare al campo della ricerca).


Ma tanti settori in Italia ormai sono chiusi, come avvocati, giornalisti, con tanti giovani che bussano alla porta, che si propongono, che lavorano anche gratis il primo periodo ma che non vengono mai ricompensati in futuro. Ed è inevitabile quindi che i migliori prodotti lascino l’Italia. Con tanti “grazie” da parte di quei Paesi che quei cervelli li ospita.