I carrelli abbandonati negli ecommerce sono un’opportunità. Se consideriamo infatti che il processo d’acquisto è complesso e che chi abbandona il carrello si trova nella fase informativa del proc...

L’EMAIL MARKETING PER IL RECUPERO DEI CARRELLI ABBANDONATI: OPPORTUNITA’ PER L’ECOMMERCE

Internet postato da plinio || 8 anni fa

 

I carrelli abbandonati negli ecommerce sono un’opportunità. Se consideriamo infatti che il processo d’acquisto è complesso e che chi abbandona il carrello si trova nella fase informativa del processo, il mettere i prodotti nel carrello e non acquistarli immediatamente diventa quindi un passaggio naturale e necessario. Sono molte le ragioni per cui si abbandona un carrello. Vanno dalla curiosità, alla troppo lunga esperienza di registrazione ed arrivano anche alle spese di spedizione inaspettate e non presentate in anticipo. Secondo Marketing Sherpa (dati 2012) il 21% di chi abbandona il carrello, poi acquista. E tra quelli che poi acquistano, il 55% spende di più rispetto a chi non abbandona il carrello.

Per quanto riguarda le azioni di remarketing su chi abbandona il carrello, è importante agire entro i primi 60 minuti perché il 90% dei lead si “raffredda” entro un’ora. Entro 12 ore la maggior parte degli acquirenti che ha intenzione di comprare, procede con l’acquisto (studio Massachusetts Institute of Technology).

Il 50% delle e-mail trigger viene aperto, il 95% in più rispetto alle e-mail tradizionali.  Il canale e-mail genera il 57% di tutto il traffico relativo ai carrelli degli ecommerce.

Il CTR delle e-mail inviate a seguito di un abbandono del carrello su un sito di commercio elettronico è del 14,2%, mentre il CTR delle email tradizionai è del 4% (dati SalesCycle, 2013)..

Per impostare un programma di recupero carrelli abbandonati è ovviamente necessario avere la mail dell'utente, che quindi o ha già effettuato acquisti, o è iscritto a una tua newsletter. Attraverso i software di email marketing è possibile impostare una semplice automazione per inviare una mail di notifica a quegli utenti che hanno inserito prodotti nel carrello ma non hanno completato l'acquisto. Per evitare di sembrare “assillanti” e finire nello spam dobbiamo optare per una campagna di recupero formata da tre invii considerando anche e statistiche a cui abbiamo accennato poco fa. 

Lanciamo una prima email prima che passino 60 minuti dall’abbandono del carrello; questo fa in modo che la percentuale di recupero aumenti in modo significativo. chiedendo all’utente stesso cosa ha bisogno per completare l’acquisto oppure quali siano i suoi dubbi. Se si tratta di un cliente abituale è altresì possibile contattarlo telefonicamente, se si hanno i dati. Questa azione è fondamentale nel processo di recupero dei carrelli abbandonati.

Passato qualche giorno, ma comunque entro la settimana, è consigliabile inviare una seconda email all’utente segnalando che i prodotti messi nel carrello sono ancora disponibili fino ad una determinata data, fornendo anche maggiori informazioni sui prodotti stessi e mostrando le loro peculiarità.

Se non è stata ricevuta nessuna risposta è possibile inviare una terza mail, prima che passino i 30 giorni, proponendo un’offerta che possa stimolare l’utente a portare a termine l’acquisto e a realizzare la conversione. Inviando, ad esempio, un coupon sconto o una promozione sulle spese di spedizione. E’ importante anche informare l’utente sul fatto che verranno ritirati dal carrello i prodotti che ha scelto Questo sarà l’ultimo tentativo di recupero: è quindi importante giocarsi tutte le carte a disposizione.

Se volete impostare una campagna di email marketing per il recupero dei carrelli abbandonati rivolgetevi a degli esperti di soluzioni per ecommerce.