Stefano Porcu e Bruno Furcas autori di Racconti schizofrenici. Vivere la malattia mentale attraverso gli occhi di operatori, pazienti e familiari, da oggi disponibile in tutte le librerie, intervis...

Letteratura postato da ariannaci || 8 anni fa

Stefano Porcu e Bruno Furcas autori di Racconti schizofrenici. Vivere la malattia mentale attraverso gli occhi di operatori, pazienti e familiari, da oggi disponibile in tutte le librerie, intervistati dalla redazione di Edizioni Psiconline, raccontano come è nato il libro, cosa li ha ispirati, e spiegano perché raccontare la malattia mentale in questa prospettiva.
Sono quindici le storie proposte all’attenzione del lettore; vicende concepite con la fantasia ma senza tralasciare l’osservazione effettuata durante il lavoro sul campo. Nei racconti, eventi e situazioni, stati d’animo ed emozioni danno vita a vicende personali dove il lettore potrà cogliere alcuni aspetti della patologia.

Stefano Porcu è Psicologo, psicoterapeuta, formatore. Si occupa del tema della prevenzione del disagio e la promozione del benessere psicosociale, ha pubblicato contributi scientifi ci nazionali e internazionali di natura psicologica.
Collabora con organizzazioni del Terzo Settore in attività di sostegno, progettazione e realizzazione di interventi rivolti alle fasce deboli e svantaggiate, con particolare riferimento alla malattia mentale.
Ha pubblicato per Arkadia, con Bruno Furcas, il testo Storie di Bullismo: Dieci racconti e dieci giochi di gruppo per promuovere il benessere scolastico.

Bruno Furcas è laureato in Lettere Moderne a Cagliari, opera nell’ambito dell’integrazione e socializzazione di alunni minori in situazioni di grave svantaggio.
Ha pubblicato in Made in Sardinia (Cuec 2009) il racconto Pane duro e in Soltanto una palla di stoff a (Taphros 2010) il racconto Anime rosse. Ha pubblicato con Arkadia Editore Diversamente come te, con Andrea Cossu (2009), Boati di solitudine, con Salvatore Bandinu (2010), La favola di Duck, con Andrea Cossu (2010), Un mondo a parte (2011), ambientato nel diffi cile universo dell’autismo e I dolori del giovane bullo, con Salvatore Bandinu (2012), che ha inaugurato la nuova collana Paideia. Nella stessa collana ha pubblicato Storie di Bullismo, con Stefano Porcu.

Incontriamo gli autori in una caldissima giornata di settembre e sorseggiando una bibita fresca e ristoratrice parliamo un po’ con gli autori per conoscere meglio il loro libro (l'intervista integrale è sul blog di Edizioni Psiconline)

D. Grazie innanzitutto per la vostra collaborazione, il nostro pubblico ama moltissimo leggere le interviste ai nostri autori.
Quando e perché avete deciso di scrivere Racconti schizofrenici?
R. L’idea di scrivere qualcosa sulla psichiatria era nell’aria già da tempo. Dopo tanti anni di lavoro nel sociale e all’interno di alcuni servizi di assistenza e di aiuto alla persona è nato spontaneo il bisogno di raccontare le esperienze vissute, sia per metterle a disposizione degli operatori ma anche per “esorcizzare” il rischio di burnout. Svolgendo questo mestiere abbiamo scoperto come il disagio mentale sia ancora qualcosa di sconosciuto o nascosto. I familiari e gli operatori apprendono sul campo, giorno dopo giorno, spesso tra mille difficoltà, nuove conoscenze sulla malattia mentale e nuove competenze e strategie nella gestione dell’utente. Dal nostro punto di vista, al di fuori di loro (operatori, utenti e loro familiari), nessuno conosce adeguatamente questo mondo. Lo scopo principale di questo libro è pertanto quello di far conoscere alcune situazioni e condizioni che rimangono, nella realtà quotidiana, sotto traccia, nascoste e sconosciute per tanti.

D. Le storie raccolte derivano da esperienze da voi conosciute in prima persona?
R. Le storie, le situazioni e i personaggi sono frutto della nostra fantasia. I disturbi, i sintomi e gli stati emotivi sono quelli osservati durante la nostra esperienza sul campo.

D. Chi sono i protagonisti dei racconti schizofrenici?
R. I protagonisti dei racconti sono gli attori del disagio mentale. Alcune storie sono raccontate in prima persona altre in terza persona, ma sempre dagli utenti, dai loro familiari oppure dagli operatori.

D. Perché raccontare la malattia mentale e soprattutto in questa prospettiva?
R. Manuali diagnostici e testi tecnici ne esistono tanti. Il nostro intento non è quello di dare una definizione di malattia mentale o di schizofrenia, anche perché non siamo medici e non abbiamo le competenze per poterla dare. Il nostro lavoro è più a carattere letterario e socio antropologico, osserviamo la dinamica, le relazioni e soprattutto cosa pensano e provano gli attori del processo. Il nostro obiettivo principale è quello di  dare un contributo al superamento del pregiudizio e, perché no, anche una speranza.

Fonte: http://blog.edizioni-psiconline.it/2015/09/17/intervista-a-stefano-porcu-e-bruno-furcas-autori-di-racconti-schizofrenici/