La liquidazione del danno non patrimoniale per tutti i familiari di una persona che è stata vittima di un incidente familiare non è proporzionalmente uguale per tutti coloro che ne hanno diritto, né tuttavia può essere globale, o che possa prevedere una possibile ripartizione interna tra loro, ma deve essere obbligatoriamente personalizzata, dopo aver considerato tutte le circostanze del caso e quindi anche la diversa prospettiva e inattesa scomparsa del proprio rapporto familiare.

Ciò emerge dalla sentenza della Corte.

La Corte ha evidenziato che in presenza di fatto illecito plurioffensivo, tutti coloro che sono definiti danneggiati sono titolari del diritto al completo risarcimento incidenti mortali per tutto il danno, sia nella sua componente morale, ovvero alla grave sofferenza che si è patito per la scomparsa di un proprio caro, sia per quella dinamico-relazionale (o meglio nota come il  danno esistenziale), da riferirsi come possibile pregiudizio di natura non strettamente emotiva ed interiore che possa alterare le abitudini e i vari aspetti relazionali del soggetto in questione.

Se il fatto abbia compromesso in modo permanente il rapporto con un proprio caro o un rapporto matrimoniale, ciascuno dei familiari superstiti avrà il diritto di riscuotere una liquidazione che possa comprendere il danno arrecato.

Potrebbe risultare non idonea prevedere una liquidazione con una somma identica per tutti i componenti della vittima.

Ogni familiare della vittima ha diritto da una somma che sia pari alla durata e all’intensità del vissuto, che possa tenere in considerazione il restante nucleo dedito all'assistenza morale e materiale, dell'età della vittima che a quella dei familiari superstiti, alla loro personalità, alla loro compromessa reazione di poter reagire al dramma subito e ad ogni altra tipologia di caso.