L'artista inglese espone una serie di fotografie inedite appartenenti al ciclo Refuge.

Cultura e Società postato da Metronom || 12 anni fa

Inaugura sabato 19 novembre 2011 alle ore 18.30 Interludio, mostra personale di Annabel Elgar a cura di Daniele De Luigi. Per la sua prima mostra negli spazi di METRONOM, la fotografa britannica espone una serie di immagini recenti appartenenti al ciclo Refuge, accompagnate da alcune sculture. Le opere sono tutte inedite in Italia e alcune di esse vengono presentate dall'artista in anteprima assoluta.

Le fotografie di Elgar conducono lo spettatore entro scenari fittizi affascinanti, al confine tra la realtà quotidiana e il fantastico, costellati di tracce riconducibili a storie inquietanti di difficile decifrazione. Il risultato del suo lavoro sono atmosfere dark in luoghi nascosti, ispirate all'artista tanto dalle fiabe e dall'immaginario popolare, quanto da oscuri fatti di cronaca. Le immagini si confrontano con aspetti profondi della psicologia individuale e collettiva, tratteggiando nella ricchezza dei dettagli complessi e segreti personaggi e aprendo l'interpretazione a infinite possibilità narrative.

Le figure umane, quando raramente appaiono, sono di spalle, a mezzo busto o seminascoste, ritratte a metà tra gesto scenico e indizio rivelatore. Più spesso sono fisicamente assenti: chi ha composto pazientemente e con straordinaria abilità le sculture di pane o chi ha meticolosamente realizzato i pupazzi di stoffa, si può solo intuire. La risposta è al massimo suggerita, con inquietante lievità, dallo spazio che sembra abitato, dalle finestre coperte con drappi e tende, dalle lampade accese, tracce di un passaggio, che sia casuale o voluto non è dato sapere.

La sensazione distaccata di attesa che ci viene dalle serie di oggetti ordinati in modo maniacale, dalle sculture non finite, dagli elementi ricorrenti, trasporta in una dimensione in cui il dettaglio diventa nucleo centrale, chiave di lettura del mistero o della favola che le fotografie raccontano. Il mondo di Elgar rimanda a un denso corpus simbolico fatto di elementi primari, di totem e oggetti rituali, in cui l’incanto mai si svela per intero, i segreti rimangono tali, custoditi dall’atmosfera di sospensione che le immagini ci restituiscono.

Fonte: http://www.metronom.it