Giampiero Catone torna a parlare di fisco e pensioni: mentre la politica è impantanata in un mare di polemiche sterili, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate e quello dell’Inps si muovono per sciogliere...

Economia postato da articolinews || 1 anno fa

In un recente editoriale di Giampiero Catone, pubblicato su "La Discussione", si affrontano due grandi temi nazionali: il piano pensioni e il sistema delle riscossioni. Giampiero Catone: l'allarme del Direttore dell'Agenzia delle Entrate sull'inadeguatezza del sistema. Giampiero Catone sottolinea come Ernesto Maria Ruffini, Direttore dell'Agenzia delle Entrate, abbia evidenziato che il corrente sistema della riscossione sia del tutto inadeguato. "Il magazzino dei crediti non riscossi attualmente ha sfondato il tetto dei 1.100 miliardi di euro", spiega Ruffini. Al di là degli evasori seriali, la maggior parte dei debitori sono famiglie o piccole imprese che si sono trovati in difficoltà, pertanto il condono rappresenterebbe la soluzione migliore. "Siamo l'unico Paese del mondo Occidentale ad avere un magazzino con crediti di 22 anni: un magazzino così, è ingestibile", incalza il Direttore. Ci sono "130-140 milioni di cartelle per 230 milioni di crediti da riscuotere relativi a circa 16 milioni di cittadini iscritti a ruolo" e solo 8mila funzionari, il cui numero è calcolato sulla base della legge che prevede che l'Agenzia delle Entrate-Riscossione debba "gestire un magazzino di tre anni". Invece di insistere nel portare avanti un sistema per niente efficace, sarebbe meglio utilizzare "strumenti che facciano rientrare in carreggiata" i debitori. Prima di tutto bisognerebbe "fare ordine", e solo dopo "vedere quali norme si possono cambiare", "altrimenti si fa altra confusione". Giampiero Catone: il piano pensioni di Tridico. Per quanto riguarda il discorso pensioni, Giampiero Catone porta invece alla luce la proposta di Pasquale Tridico, Presidente dell'Inps. Presentata nell'ottobre 2021 nel corso di un'audizione in Commissione Lavoro della Camera, la proposta si incentra sulla flessibilità in uscita dei lavoratori che hanno superato i 62-63 anni. Questa prevede l'erogazione di una parte dell'assegno previdenziale nel momento in cui il lavoratore decide volontariamente di uscire dal mondo del lavoro, a 63-64 anni, e corrispondere la seconda parte, ovvero quella del retributivo, al raggiungimento dei 67 anni. In questo modo, nel periodo 2023-2027, potranno usufruirne 332mila persone, per un costo stimato di circa 4 miliardi di euro ed un risparmio da parte dello Stato di 2 miliardi tra il 2027 e il 2031. Insomma, la proposta di Tridico sembrerebbe essere l'unica proposta realmente perseguibile, anche perché metterebbe d'accordo sia i sindacati che puntano a ridurre l'età pensionabile, che il Governo, il quale richiede "conti in ordine senza sperperi e disuguaglianze".

Fonte: https://www.youtube.com/user/giacatone