Il problema delle sostanze stupefacenti, oltre ad essere potenzialmente una piaga sociale quando arrivano all’abuso, sono anche un problema per molti luoghi di lavoro. Infatti oggi diverse società...

Medicina postato da Marketingseo11 || 2 anni fa

Il problema delle sostanze stupefacenti, oltre ad essere potenzialmente una piaga sociale quando arrivano all’abuso, sono anche un problema per molti luoghi di lavoro. Infatti oggi diverse società richiedono che i propri dipendenti si sottopongono durante la propria esperienza lavorativa a più test antidroga sparsi nel tempo. In Italia si tratta quasi esclusivamente di categorie che hanno tale obbligo per legge; all’estero le grandi compagnie a volte decidono di introdurlo come regolamento interno. Questi test antidroga per la medicina del lavoro coinvolgono diverse categorie. Si parte dagli autisti, sia di mezzi dediti al trasporto di oggetti e merci, sia di mezzi dediti al trasporto di persone come ad esempio gli autobus. Coinvolge il personale medico, in particolare quello concentrato in operazioni in cui è richiesta precisione e lucidità, come i chirurghi. Viene inoltre richiesto per colore che lavorano alta quota, in spazi piccoli e stretti o perfino alle forze armate. Insomma le categorie sono tantissime e impossibile da elencare tutte qui. Quando però parliamo di test antidroga difficilmente ci viene indicato in che modo questi funzionino effettivamente, dunque in questo articolo vogliamo dissipare questo dubbio e fornirti un quadro più approfondito e completo. Vedremo quindi come funzionano nella pratica i test antidroga per la medicina del lavoro. Il funzionamento dei test Iniziamo con il dire che ci sono diversi tipi di test antidroga. Per quelli sul luogo di lavoro si predilige usare test basati sulle urine, che forniscono più materiale di analisi. Questo tipo di test sono di tipo immunologico, ovvero sono in grado di rivelare contemporaneamente, dunque risparmiando anche del tempo prezioso, tutte le sostanze presenti andando a individuare anticorpi specifici. Partendo dal prelievo del campione, questo deve essere effettuato alla presenza del sanitario incaricato al test; in questo modo si potranno evitare accidentali o talvolta anche volontari scambi di campioni. Una volta estratto il prelievo necessario, si procederà ai test in laboratorio. Il test dell’urine viene scelto fondamentalmente per una ragione, ovvero permette di individuare tracce dell’uso di sostanze stupefacenti anche a distanza di trenta giorni dall’assunzione. Se ad esempio usassimo dei test salivari, questo lasso di tempo si accorci drasticamente a sole 48 ore, talvolta anche solo 24 ore. Il sanitario procedendo con il test come detto andrà ad individuare particolari anticorpi. Se dovessero presentarsi dei dati non chiari, il sanitario incaricato può richiedere un ulteriore accertamento tramite esame del capello. Questo terzo metodo infatti consente di individuare delle tracce residue fino a 90 giorni dall’assunzione. Chi può richiedere dei test antidroga sul luogo di lavoro? Sebbene l’interesse che i propri dipendenti non facciano uso di determinate sostanze sia primario per i datori di lavoro, non sono loro quelli che richiedono un test di questo tipo. E’ infatti il medico del lavoro a richiedere questo esame e, anche effettuandolo a sorpresa, il medico ha l’obbligo di avvertire almeno 48 ore prima l’azienda oggetto del controllo. Il tempo di anticipo, sebbene importante, non permette in alcun modo di cancellare tracce che come detto restano nell’urina per 30 giorni. Per il tuo test antidroga per lavoro: https://www.screenitalia.it/droga-test-medicina-del-lavoro/

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