Capita a tutti durante l’esperienza lavorativa di dover chiedere al datore di lavoro dei giorni da trascorrere a casa, per poter guarire da una malattia oppure sottoporsi ad interventi particolari, con...

Lavoro postato da biomeglio || 7 mesi fa

In questo caso, è importante conoscere quali sono i propri diritti in merito, per esempio quanti giorni di malattia si possono fare in un anno, o ancora, a chi spetta il pagamento delle giornate lavorative perse per occuparsi della propria salute. In questo articolo affrontiamo l’argomento, cercando principalmente di chiarire un dubbio presente in molti lavoratori: chi paga la malattia l’Inps o il datore di lavoro? Cosa si intende per Malattia durante il Lavoro Ogni volta che il tuo stato di salute viene alterato tanto da impedirti di recarti al lavoro oppure svolgere le relative funzioni previste, si parla di malattia, una condizione tale da costringerti a stare a casa, regolata dall’art. 2110 del Codice Civile. Stando alla normativa, dunque, rientrano in questa casistica tutte le malattie intese nel senso più generico del termine, che possono riguardare una semplice influenza, oppure una ferita accidentale; non solo, la legge prevede che rientra nella circostanza sopra descritta anche il periodo di convalescenza, ovvero quella fase di completa guarigione successiva ad una grave patologia oppure ad un intervento chirurgico. Vi sono poi delle situazioni particolari in cui il lavoratore si ritrova a dover fronteggiare una malattia tanto invalidante da richiedere delle terapie specifiche, che gli impediscono di recarsi al lavoro: si pensi, per esempio, a chi si sottopone a chemioterapia, radioterapia oppure a dialisi. Anche in questi casi, stando a casa si può ricevere un’indennità per malattia, con la garanzia di conservare il proprio posto di lavoro, chiaramente entro tempistiche precise stabilite dall’articolo di cui sopra. Fra le altre condizioni particolari citiamo: l’aborto (spontaneo o terapeutico) avvenuto entro il 180° giorno dall’inizio della gestazione, le cure termali per patologie croniche, la donazione del midollo osseo, la procreazione assistita e la donazione degli organi. Non tutti hanno diritto all’indennità! Secondo la legge, il diritto all’indennità durante il periodo di malattia vale generalmente per tutti i dipendenti, siano essi parte del settore privato oppure pubblico; a questi si aggiungono i lavoratori assunti con contratto di apprendistato, i soci di società ed enti cooperativi, gli iscritti alla Gestione Separata Inps, coloro che lavorano nel mondo dello spettacolo e chi viene sospeso per aspettativa politica o sindacale. Invero, esistono delle categorie di lavoratori che non possono richiedere il pagamento della malattia, pur trovandosi in circostanze piuttosto spiacevoli, che impediscono il normale esercizio della professione. Più nel dettaglio, si possono raggruppare nelle seguenti categorie: Lavoratori autonomi; Collaboratori familiari, come colf e badanti; Chi lavora attraverso collaborazione coordinata oppure offre prestazioni occasionali.

Fonte: https://posizioniaperte.com/chi-paga-la-malattia-linps-o-il-datore-di-lavoro/