Bandiere a mezz'asta sugli edifici pubblici già oggi, mercoledì, e lutto cittadino sia nella giornata di giovedì 3 marzo sia in quella dei funerali, la cui data è però ancora da stabilire: Martinen...

Bandiere a mezz'asta e lutto cittadino Il paese muto davanti al dramma di Daniel

Attualità postato da foresto || 13 anni fa

Bandiere a mezz'asta sugli edifici pubblici già oggi, mercoledì, e lutto cittadino sia nella giornata di giovedì 3 marzo sia in quella dei funerali, la cui data è però ancora da stabilire: Martinengo si stringe così alla famiglia di Daniel Busetti, il giovane muratore trovato cadavere martedì pomeriggio tra i boschi di Baldissero Canavese, dov'era scappato dopo aver provocato un incidente stradale a Cavernago il 19 febbraio scorso. Sospese anche le manifestazioni per il Carnevale che la locale Pro Loco e l'oratorio avevano organizzato per domanica prossima.

La comunità di Martinengo è ammutolita di fronte al dramma della famiglia Busetti, incredula che la vicenda di Daniel possa essersi conclusa nel peggior modo possibile. La salma del giovane muratore è ancora nella camera mortuaria dell'Ospedale di Cuorgné (Torino), dove verrà eseguita l'autopsia per accertare le cause della morte, dovuta con ogni probabilità ad assideramento. Il magistrato che segue il caso deciderà in giornata quando dare il nulla osta per riportare Daniel a Martinengo; solo allora si potrà stabilire la data dei funerali.

Martedì sera, il sindaco di Martinengo, Paolo Nozza, aveva subito raggiunto i familiari di Daniel all'ospedale di Cuorgné per portare l'intensa e commossa partecipazione di tutta la comunità del paese alla famiglia Busetti, con cui ha poi fatto ritorno a casa.

La mamma di Daniel, Elena Riva, dopo giorni pasati nell'angoscia ma anche nella speranza di veder tornare a casa il proprio figlio, è piombata nella disperazione più cupa. Con i giornalisti e le televisioni che già dalla serata di martedì assediano l'abitazione di Martinengo - dov'è stato rimosso lo striscione cn la scritta «Daniel torna a casa» - parla solamente il papà di Daniel, Pasquale, anch'egli sconvolto per la tragica sorte toccata al figlio.

«Continuavo a ripetere che bisognava cercare in quella zona, dove avevano ritrovato gli scarponcini, le calze e il giubbotto - dice - perché senza quelli non avrebbe potuto allontanarsi troppo. Daniel si è spaventato alla vista dei carabinieri e delle squadre di soccorso, così è fuggito verso il torrente e si è nascosto tra quelle rocce, dove pensava di trovare riparo e invece ha trovato la morte. Chissà perché si sarà liberato di scarponi e giubbotto, ma purtroppo questo non lo sapremo mai. Avevamo deciso di fare una nuova battuta nella zona di Baldissero martedì mattina, ma era un'informazione segreta, che non volevamo divulgare per non creare troppo scompiglio. Me lo sentivo che Daniel era lì, vicino al luogo in cui era stato visto l'ultima volta, e che gli era successo qualcosa. Se avesse potuto guardare la tv o i giornali sono certo che sarebbe tornato a casa. Lo aveva detto anche ai ragazzi della comunità, lunedì scorso: sapeva che la sua famiglia era in pensiero per lui e voleva tornare. Secondo me Daniel è morto martedì scorso - conclude il papà -, di freddo e di fame, perché non ha potuto trovare nulla da mangiare. Quando l'ho visto lì, nella nicchia, sembrava che dormisse».