Essere genitori è un compito difficile, e nessuno di noi è di solito preparato a dovere. Sono tanti i problemi e le preoccupazioni che regolarmente attanagliano le coppie con figli, specialmente co...

Alcune note sui piedini dei bimbi

Medicina e Salute postato da guidamedicina || 11 anni fa

Essere genitori è un compito difficile, e nessuno di noi è di solito preparato a dovere. Sono tanti i problemi e le preoccupazioni che regolarmente attanagliano le coppie con figli, specialmente con il primo bimbo e principalmente quando questo comincia a fare nuove esperienze. Un caso peculiare si osserva quando il marmocchio comincia a gattonare e a deambulare. Diventa ovvio, in questa situazione, porsi dei quesiti sulla postura, sulla posizione dei piedi e sull’età giusta in cui semmai ricorrere a considerazioni da parte di un podologo nel caso in cui si dovessero immaginare anomalie. Il punto fondamentale, come sempre in tema di accrescimento, genitorialità ed educazione, resta il buon senso. Ma anche smitizzare qualche timore e tabù può essere d’aiuto a mamme e papà. I quesiti sono di continuo legati a situazioni che osserviamo e non conosciamo bene: ci si domanda se il bimbo cammina bene o se è normale che oltre l’anno non sappia ancora deambulare e che cada sovente. Oppure vediamo il frugolo andare carponi con una gamba sola e tirarsi dietro l’altra. È istintivo che, mentre apprende a camminare, il bambino assuma atteggiamenti non del tutto naturali, come il mantenere le gambe larghe, il trascinare i piedi, il cascare e mettere il piede in fallo o camminare sulle punte. Prima di sentire un medico occorre considerare che i primi passi e le cadute sono indispensabili per apprendere a muoversi autonomamente. Non ci si deve preoccupare troppo ed è essenziale lasciare che il bimbo impari a cascare, cosa che deve far parte del suo corredo. Per di più, occorre ritenere il piede come un organo di apprendimento: esso non deve essere sempre limitato in una scarpa e tutte le volte che ci è consentito farlo deve essere lasciato a contatto con il suolo, con l’erba o con la sabbia. Camminare scalzi è un’esperienza fondamentale che favorisce l’equilibrio essendo inoltre nel contempo una attività fisica normale che migliora il senso di confidenza. Tutti i bambini nascono con i piedi piatti; il piede piatto in età pediatrica è quindi in origine naturale, ma è proprio col camminare che si può irrobustire l’arco plantare. Un eventuale controllo o una eventuale valutazione può essere eseguita al terzo anno di età in caso di timore di difetti ai piedi: a 3 anni possono iniziare a verificarsi problemi di piedi piatti o cavi, alluci e tallone valghi, per non parlare delle prime problematiche di unghia incarnita nei bambini. Comunque è lo stesso pediatra che nell’arco del primo anno di vita, con le visite fatte con la giusta periodicità, dovrebbe notare la verosimile anormalità. Una visita specialistica per la determinazione dell'uso di un plantare correttivo può essere fatta nel quinto anno di età. Un eccellente modo per guarire i piedini dei bimbi, come detto, è quello di farli camminare scalzi o con delle calze, senza preoccuparsi che il fanciullo prenda raffreddori o altre malattie. In tutte le stagioni (compatibilmente con il clima, ma senza indolenza) è essenziale che i fanciulli stiano all’aria aperta e al sole per favorire l’assimilazione della vitamina D. Esporre piedi e corpo al sole e all’aria aiuta nella prevenzione del rachitismo e rende più facile uno sviluppo regolare. E' vantaggioso, in definitiva, tenere sotto controllo la crescita dei piedini dei nostri bimbi senza nel contempo vivere stati di particolare allarme se tutto non dovesse sembrarci a posto. Un giusto rapporto col pediatra è il modo migliore per seguire i nostri figli in maniera adatta.