La musica siciliana è tanto ricca, quanto profondamente connessa alle tradizioni e alle vicende storiche della Sicilia.

Musica postato da moveup || 9 anni fa

La musica siciliana è tanto ricca, quanto profondamente connessa alle tradizioni e alle vicende storiche della Sicilia. La sua melodia tende a discendere dall’acuto al grave e di zona in zona si ha un mutamento caratteristico delle scale impiegate, ognuna delle quali si prepara a diventare “motto del paese”. Una canzone molto rappresentativa della musica siciliana è “Vitti na crozza”, il cui autore è tutt’oggi sconosciuto. È stata musicata dal compositore Franco Li Causi, in vista della realizzazione della colonna sonora per il film “Il cammino della speranza”.

La musica siciliana e i suoi toni spensierati
Era il 1950 quando Franco Li Causi mise mano su questa canzone, grande “motto” della musica siciliana. In pochi sanno, tuttavia, che la sua versione originale è stata cantata da Michelangelo Verso; la incise nel 1951 e successivamente la pubblicò su 78 giri presso la casa discografica della Cetra. Negli anni ’70 il canto si adattò a toni più spensierati, tipici di una ballata popolare. E dai toni spensierati sono anche altri canti tipici della musica siciliana, tra cui: Sicilia bedda, Trizzota, Ucchiuzzi beddi, La barunissa di Carini, I pirati a Palermu, La vinnigna, La leggenda di Colapesce, Luntananza, Marranzata, Muntagnola, Amuri amuri, Mi votu e mi rivotu e tante altre ancora.

Che fine fanno i talentuosi della musica siciliana
Abbiamo fatto accenno a vecchi canti della musica siciliana, eppure sorge spontaneo chiedersi quale sia invece la situazione odierna in un ambiente così complesso. Oggi sono in aumento le associazioni musicali, si consolidano le strutture storiche, sempre più cantanti emergenti e nuove band si fanno spazio e la richiesta di formazione si fa più forte. Diversi anni fa, un autorevole quotidiano italiano (nello specifico trattasi di Repubblica) ha tuttavia messo in luce una realtà non indifferente: nel panorama della musica siciliana sono diversi i talentuosi che tentano di emergere e fare della propria passione un lavoro per la vita. Da un lato possiamo scoprire il brillante Francesco Cafiso, giovanissimo sassofonista che è riuscito a stregare il mondo del jazz; dall’altro, invece, abbiamo Annamaria Morici o Giuseppe Andaloro, i quali nonostante i numerosi riconoscimenti e i tanti investimenti, non riescono ancora oggi a brillare per come vorrebbero. Come ha dichiarato Donatella Sollima, docente di pianoforte di al conservatorio di Palermo: “Per chi vuole vivere di musica, la strada è lunga e piena di incognite”.

La musica siciliana del Novecento
Il culto per la musica siciliana e per le tradizioni folkloristiche ha sempre avuto un’importante ruolo nell’isola. La formazione di diversi gruppi musicali nel corso del Novecento ne è una valida prova; primo tra questi è stato il gruppo “Canterini Etnei” di Catania, seguito dal “Coro delle Egadi” di Trapani e i “Canterini Peloritani” di Messina. Altrettanto valida è anche la presenza di veri e propri rappresentanti della musica siciliana, come Rosa Balistreri, Orazio Strano, Ciccio Busacca, Franco Trincale (indimenticabile cantastorie italiano), i Taberna Mylaensis, i Lautari, Etta Scollo, Rita Botto, Carmen Consoli, Matilde Politi, Alfio Antico, Gianni Bella, Mario Incudine e tanti altri ancora.

Fonte: http://www.musicafe.it/