Racconto personale diciamo, non è il massimo per questo blog, ma trattasi in piccolo delirio preterintenzionale.In famiglia è Francesca quella davvero ligia al rispetto dell’ambiente, nonostante il...

Racconto personale diciamo, non è il massimo per questo blog, ma trattasi in piccolo delirio preterintenzionale.
In famiglia è Francesca quella davvero ligia al rispetto dell’ambiente, nonostante il mio lavoro intendo. Oggi invece ho fatto qualcosa per cui lei sarebbe stata molto orgogliosa di me se mi avesse visto. Mi sono sentito come i bimbi che senza genitori sono assai più diligenti che in presenza degli stessi.
Ero in un autogrill e stavo tornando alla macchina quando dal finestrino dell’auto parcheggiata accanto alla mia sono fuoriusciti nell’ordine: parte superiore della confezione di plastica trasparente di un pacchetto di sigarette, carta argentata che copre i filtri delle sigarette sotto il coperchio del pacchetto.
E qui scatta il mio comportamento ambientalista (giustissimo, per altro). Raccolgo la carta argentata ed abbassandomi verso il finestrino dico all’autista:
“Le è caduta questa carta”.
Lui mi guarda, si accende la sigaretta che nel frattempo aveva estratto dal pacchetto e mi risponde:
“No no, l’ho gettata la carta. Cazzo vuoi?”.
Taccio, sensibilmente colpito dall’aggressione verbale. Nel breve tempo della conversazione la ragazza seduta accanto all’autista non ha mai alzato il capo dalle sue unghie appoggiate sulle ginocchia: o si vergognava troppo o non era affatto interessata al diverbio (avendo magari più volte assistito a scene analoghe).
Fatto sta che ancora leggermente piegato per giungere all’altezza del finestrino e sempre in silenzio vedo ripartire la macchina con tanto di autista sorridente che mi guarda.
Mi sono sentito un ebete, ma se avessi avuto la capacità di rispondere probabilmente la diatriba sarebbe proseguita, con lui che scende dalla vettura e, quasi certamente, col sottoscritto che si pigliava uno schiaffone. Quindi voglio codardamente ma efficacemente usare il mio minuscolo megafono personale, anche detto blog, per rispondere a quel cafone come avrei voluto: pirla. Per non dire altro, che poi commentano i post dicendo che sono volgare.
Dio mio è insopportabile vedere ancora gente lanciare immondizia dal finestrino dando adito ai più ovvi luoghi comuni italiani. E, come detto, trattasi purtroppo di un micro delirio preterintenzionale quotidiano.

Fonte: http://www.deliriopreterintenzionale.it/uncategorized/un-pirla-in-autogrill/