Per prima cosa, si guardano le nuove caratteristiche rispetto agli altri prodotti già esistenti. La nuova nata, infatti, è un deciso passo avanti rispetto ai modelli preesistenti, e introduce nuove notevoli...

Recensione sulla macchina fotografica reflex D7000

Tecnologia postato da foresto || 13 anni fa

* Nuovo sensore. La nuova d7000 ha un nuovo sensore da 16Mpixel, e nonostante l’incremento di risoluzione di ben il 25% rispetto ai precedenti sensori utilizzati praticamente su tutti i modelli, ha una gamma dinamica migliorata di due stop, uno in alto e uno in basso.
* Doppio slot di memoria. Una caratteristica mutuata dai modelli di fascia superiore è quella di avere due slot per schede di memoria, entrambi SD (e questa invece è una novità assoluta).
* Nuovo processore. La nuova nata è una delle prime (assieme alla D3100) a montare il nuovo expeed2, che dovrebbe garantire maggiori prestazioni e consumi più bassi.
* Corpo in magnesio e parziale tropicalizzazione. Anche questa caratteristica è (parzialmente) mutuata dai modelli di fascia più alta: la D7000 è parzialmente tropicalizzata e ha parte del corpo in magnesio. Questo garantisce pesi contenuti ma alza notevolemente l’affidabilità e la robustezza della macchina.
* Nuovo sistema autofocus. Viene introdotto il nuovo sistema autofocus MultiCAM-4800DX, con 39 punti di messa a fuoco; a metà strada fra quello della vecchia D90 e quello delle D300s e D700. A livello di prestazioni (velocità e affidabilità del fuoco) pare allo stesso livello del sistema montato sembra allineato ai fratelli maggiori.
* Nuovo sistema esposimetrico. Un nuovo sistema a 2016 (più del doppio della D300s e più del quadruplo della D90) punti si incarica di valutare la luce e assicurare la corretta esposizione.
* Nuova batteria. Questo punto è più controverso, in quanto batteria nuova vuol dire batteria diversa, diverso caricabatterie eccetera. Tuttavia la nuova en-el15 fornisce 1900mAh contro i 1500 della vecchia en-el3a e ha una maggiore protezione dei contatti contro i corti circuiti accidentali.

Terminata la lista delle novità, si passano ad analizzare quelle che sono le prestazioni.

Dapprima si valuta quella che è l’ergonomia del prodotto, da sempre uno dei punti di forza di Nikon rispetto anche alla concorrenza. La D7000 si dimostra molto efficace. Il nuovo corpo parzialmente in magnesio è sufficentemente leggero (rispetto ai corpi pro) ma nel contempo molto più robusto dei quelli prima riservati alla fascia semiprofessionale. La posizione di pulsanti e levette è stata migliorata rispetto alla D90 (ad esempio, chi usa l’occhio sinistro per guardare nel mirino non rischia più di premere il pulsante live-view con il naso: al posto del pulsante c’è ora infatti una levetta). Il mirino è grande e luminoso, utilizzabilissimo anche da chi porta gli occhiali (ne so qualcosa…). Il nuovo selettore modale evidenzia l’orientamento semiprofessionale della macchina: oltre ai soliti modi P, A, S, M i vari scene mode sono infatti stati raggruppati in unico modo “scene”, da cui poi si procede a scegliere tramite menù.

Si passa poi a misurare le prestazioni del sistema esposimetrico: il nuovo sensore a 2016 punti RGB è in grado di individuare le scene ad alto contrasto e, in tal caso, cerca di preservare le ombre – cosa che può portare a rendere un po’ smorti i toni più alti. Qui mi piacerebbe un po più di analisi, in quanto l’articolo non menziona quale spazio di manovra ci sia in queste situazioni lavorando sul RAW; personalmente penso che, a patto che le luci non vadano bruciate, non sia una cattiva idea cercare di preservare le ombre, e trovo che il fatto che l’esposimetro riesca a cogliere (dato il suo alto numero di punti) le scene ad alto contrasto sia di per se un grosso passo avanti.

Le prestazioni dell’autofocus sembrano eccellenti: i 39 punti a disposizione sono infatti molti e ben disposti, e si possono usare in ogni associazione concepibile. A livello di velocità di messa a fuoco, il 18-105 fornito in dotazione penalizza le prestazioni della macchina. Utilizzando ottiche più professionali (e più costose) si nota che la velocità di messa a fuoco è in linea con quella di D300s e D700. Mi sarebbe piacuto che l’articolista provasse anche alcune ottiche non AF-S, in modo da verificare le prestazioni con ottiche più datate. Infatti la completa compatibilità con gli obiettivi più vecchi (anche non autofocus) è uno dei punti di forza di questa macchina, e uno dei motivi di upgrade per chi possiede le macchine entry level di nikon, come D40, D60, D3000 e D5000.

L’autofocus basato sul contrasto, utilizzato in live-view appare buono, anche se più lento del sistema a rilevamento di fase utilizzato a specchio abbassato. Purtroppo, durante i video, l’autofocus insegue visibilmente il soggetto, “cercandolo” fino a trovare la messa a fuoco ideale. Il rumore generato dal sistema autofocus, inoltre, rovina l’audio – a meno di utilizzare un microfono esterno.

Si passa poi alle prestazioni del sensore. La risoluzione è eccellente, anche se – ovviamente – i risultati migliori si avranno utilizzando ottiche di qualità. Il nuovo processore fornisce jpeg all’altezza di quelli prodotti sul PC con ViewNX – anche se qui bisognerà attendere che i vari programmi di fotoritocco riescano a gestire la D7000 per poter effettuare paragoni.

Per quanto riguarda poi la gestione del rumore e degli alti ISO, si nota che, nonostante l’importante aumento di risoluzione, le prestazioni non sono assolutamente peggiorate. Le immagini sono assolutamente prive di rumore fino a 800 ISO. A 1600 inizia a vedersi del rumore nelle zone d’ombra (dove è più logico: il segnale è più basso). Fino a 6400 ISO il rumore è accettabile per ingrandimenti fino al formato A4, senza calo apprezzabile di gamma dinamica. Valori più alti sono comunque utilizzabili per immagini riprodotte in piccole dimensioni (ad esempio, nei siti web) o per casi di emergenza. Nell’articolo ci sono varie immagini di prova, ma purtroppo manca un confronto immagine per immagine con una macchina della generazione precedente.

Si passa poi a questioni forse meno importanti, come la gestione del bilanciamento automatico del bianco, che appare buono in condizioni indoor o la gestione della raffica, che risponde a quanto dichiarato. Questo significa 48 immagini a 6 fps in formato JPEG, e 13 immagini (sempre in 6fps) in RAW. Non male, anche se forse questo può risultare limitante per chi fa sport. Vengono gradite le possibilità di editing in camera (cosa che personalmente trovo perfettamente inutili) e l’active lighting.

Eccellente anche la durata della batteria: dopo oltre 543 foto e 30 minuti di video, restava ancora un 68% di carica.

Verdetto.

PRO:

* nuovo sistema autofocus a 39 punti
* controlli migliorati
* (parziale) tropicalizzazione
* corpo (parzialmente) in magnesio
* performance agli alti ISO
* velocità della raffica
* durata batterie
* doppio slot per schede SD
* editing in camera
* active lighting

CONTRO:

* messa a fuoco in live-view non all’altezza
* buffer raffica non grandissimo
* prezzo iniziale di lancio piuttosto alto

Link di approfondimento: www.attaccof.it