È stata scoperta nel settembre dello scorso anno, quando era a una distanza di circa 615 milioni di chilometri dal Sole.

Quattro comete che illumineranno il Natale. Ci faranno visita dalle profondità dell'universo.

Italia postato da foresto || 10 anni fa

Ma solo dopodomani si saprà quale sarà il suo destino. Ison, la cometa avvistata per la prima volta dagli astronomi russi Vitali Nevski e Artyom Novichonok, tiene la comunità scientifica con il fiato sospeso. Una domanda su tutte: ce la farà a sopravvivere al calore della nostra stella? Lo sapremo solo tra una manciata di ore. Ma la Ison non è l'unico astro errante che ci fa visita dalle profondità dell'Universo.

 

Sono ben quattro, infatti, le comete visibili in questo periodo. Lovejoy, l'ultima ad essere scoperta in ordine temporale (è stata avvistata lo scorso settembre dall'australiano Terry Lovejoy), rappresenta la vera sorpresa. Attualmente si trova vicina alla costellazione del Leone e ha tutte le caratteristiche per diventare abbastanza brillante da poter essere vista a occhio nudo a fine mese.

La cometa C/2012 X1 (Linear), invece, è in prossimità della stella più brillante della costellazione di Boote, Arturo, ed è visibile (ma non a occhio nudo) nel cielo del primo mattino non lontana dalla Ison. E infine la Comet 2/P (Encke), una cometa periodica molto nota e studiata perché ha un periodo relativamente breve di 3,3 anni.

 

A OCCHIO NUDO

Ma la protagonista indiscussa dei cieli pare essere proprio la Ison. Giovedì passerà per il cosiddetto perielio, ossia il punto più vicino al Sole, ad una distanza di meno di due milioni di chilometri dalla nostra stella. «Si troverà immersa nella corona solare - commenta Paolo Molaro, astrofisico dell'Osservatorio Inaf di Trieste - Il quel momento la cometa raggiungerà il massimo riscaldamento e le sostanze volatili intrappolate al suo interno diventeranno dei gas che eserciteranno una pressione fortissima che potrebbe portare alla distruzione parziale o totale della cometa». E allora come si vedrà nei nostri cieli? «Ritengo che sopravviverà al passaggio radente al Sole, probabilmente frammentandosi - continua lo scienziato - e che poi diventerà molto luminosa, visibile a occhio nudo e con una coda di diversi gradi e sarà un vero spettacolo per tutto il mese di dicembre».

 

LO SPETTACOLO

L'ottimismo di Molaro ha una precisa connotazione scientifica e si basa su un granitico modello statistico. La Ison, che ha circa 5 km di diametro, è una cometa relativamente grande e quando passerà vicinissima al Sole l'evaporazione dell'acqua e degli altri componenti volatili produrrà una notevole quantità di gas e polveri che formeranno una immensa e luminosa coda. «Quando le comete diventano visibili ad occhio nudo - continua ancora lo studioso dell'Inaf - diventano uno spettacolo stupendo. Le code come nel caso della Mac Naught del 2006 possono raggiungere lunghezze di centinaia di milioni di chilometri».

 

NIENTE PALLONE

La Ison è sotto gli occhi di tutto il mondo tanto che la Nasa aveva predisposto un'incredibile missione. Aveva costruito un telescopio da lanciare in settembre con un pallone idrostatico per osservare la cometa nei minimi dettagli, ma prima del lancio (previsto lo scorso 28 settembre) qualcosa è andato storto e il progetto dopo mesi di frenetico lavoro è andato perduto. Quello della Nasa è uno dei molteplici progetti che hanno l'obiettivo di svelare i misteri delle comete. «L'Italia - aggiunge Molaro - è impegnata con l'Esa nella missione Rosetta che si propone lo studio della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko».

 

Una domanda sorge spontanea, perché è importante studiare una cometa? «Nel nostro sistema solare le comete sono le cose più antiche che possiamo osservare, praticamente incontaminate dalla loro formazione - conclude Molaro - Possono aver portato parte della nostra acqua e altri ingredienti che hanno permesso l'inizio della complessa chimica della vita sulla Terra. Oggi sono uno strumento importante per capire la formazione del nostro Sistema e la varietà dei sistemi extra-solari». Ma tra previsioni, congetture, progetti un solo dato è certo: la Ison, la cometa di Natale, non tornerà mai più.