Costruttori di cerchi torna a Reggio Emilia dopo le presentazioni alla Biblioteca Panizzi e all’Associazione Amici di Gancio.
Il testo è andato in scena il 18 maggio, presso il Nido di Infanzia XXV Aprile di Villa Cella, una frazione del Comune reggiano, dopo un percorso di alcuni mesi di co-costruzione dell’evento tra associazioni, scuole e amministrazione pubblica.
La presentazione del libro infatti ha fatto parte di un percorso più articolato che ha visto collaborare negli ultimi due anni in modo molto interessante e concreto le scuole del territorio, le associazioni di volontariato e le istituzioni ad esse collegate permettendo la realizzazione di progetti rivolti ai giovani e il recupero/manutenzione di alcuni spazi degli edifici scolastici danneggiati dal terremoto emiliano del 2012. In questo senso l’occasione dell’evento pubblico ha avuto l’obiettivo di utilizzare il testo come occasione per celebrare un lavoro prezioso a Villa Cella.
Alla presenza di una trentina di persone, tra le quali molti esponenti delle istituzioni (come ad esempio l’assessore Raffaella Curioni e la dirigente dei nidi reggiani Paola Cagliari) e dei diversi enti e organizzazioni coinvolti nel percorso (la preside dell’istituto comprensivo Kennedy Paola Campo, la pedagogista del nido XXV aprile Paola Strozzi e i presidenti delle associazioni Mattone su mattone, Frecciazzurra, Abracadabra), è stato proposto un aperitivo dialogato a più voci per celebrare la collaborazione territoriale passata e rilanciare quella futura.
Massimiliano Anzivino ha utilizzato il testo per sottolineare il valore del progetto realizzato a Villa Cella e per dare valore al lavoro sulle relazioni come principale elemento di benessere e cambiamento per ogni comunità e organizzazione.
Purtroppo, ha detto l’autore, pensiamo che la relazione sia qualcosa di scontato, di ovvio e proprio per questo rischiamo di dimenticarci di quanto sia bisognosa di cura, di tempo e di mille attenzioni. Spesso cerchiamo negli esperti qualcuno che possa toglierci questo lavoro faticoso o che possa aggiustare le cose che non funzionano senza entrare nel magma di questi incontri complessi.  Ma è sempre più evidente che si tratta di un’illusione.
Costruttori di Cerchi, da manuale leggero sulla psicologia scolastica, diventa una proposta di lavoro proprio per rimettere al centro l’aspetto che più ci manca in questa società della fretta, del risultato, dell’individuo: il noi, la relazione, la comunità.
L’autore ha raccontato la sua esperienza come consulente nelle scuole e in altre organizzazioni focalizzando l’attenzione su una serie di elementi che ben rappresentano la fatica del lavoro nel sociale, specie in ambito educativo: la mancanza di tempo, di spazio e denaro, il continuo rincorrere l’emergenza, il reset annuale e il grande rifiuto del caos del cambiamento. Tutti elementi che trasudano bisogno di ricomporre, oliare e costruire contesti relazionali, costruire cerchi appunto che sappiano rimettere intorno ad un tema e ad un’idea le persone e le loro energie, le risorse e le soluzioni inaspettate per ricostruire quello spirito comunitario del quale si sente sempre più la mancanza.
Non a caso l’aperitivo dialogato si è svolto in cerchio, all’interno di uno spazio pieno di vita e colori come il nido dell’infanzia ancora fresco di restauro e ricco di promesse di futuro.
L’atmosfera dell’evento è stata calda e piacevole, leggera e delicata all’insegna di un ottimo contesto e intervento di facilitazione relazionale.
Prima della pausa estiva ancora un appuntamento per Costruttori di cerchi a chiudere il primo anno di presentazioni: il prossimo 11 giugno l’Albo degli Psicologi dell’Emilia Romagna, con sede a Bologna, ospiterà l’autore per un incontro prima di tutto tra colleghi ma anche con docenti, professionisti, cittadini di un’altra realtà.