O’Scià a Lampedusa, non solo una manifestazione canora ma un impegno nel sociale

O’Scià a Lampedusa, non solo una manifestazione canora ma un impegno nel sociale

Cultura e Società postato da DeaMedia1972 || 10 anni fa

O’Scià una storia che durata 10 anni, organizzata da Claudio Baglioni nel 2002 come una manifestazione canora che racchiude a se, diversi interpreti del mondo musicale, nazionale ed internazionale, fin dalla prima manifestazione, non si vuole soffermare al solo concetto di festa e di canzoni, lo fa da subito con la scelta del nome O’Scià che in dialetto Lampedusano vuol dire Respiro mio, Fiato mio, cioè un modo per dire sei tutto per me.  Negli anni, sono sempre di più i giorni dedicati a questa manifestazione, da un giorno del primo anno, diventano 3 giorni fino ad arrivare a 5 giorni, sempre più interpreti sempre più sentita e voluta, ma anche grazie al suo significato nel sociale. La manifestazione si svolge sempre nella Guitgia, che in arabo vuol dire approdo e come approdo si vuole presentare l’isola di Lampedusa al mondo attraverso una manifestazione che ha regalato tanto all’isola, non solo in termini materiali ricordiamo la camera iperbarica, la macchina della TAC e della risonanza magnetica, donata al cetro medico di Lampedusa, ma anche in termini di cultura. Un’isola, Lampedusa,  forse un po’ troppo marginale e marginata, senza nemmeno una libreria, non ascoltata, perché piccola e al confine dell’Europa, non un confine bello, ma quello più a sud, oggi al centro dei riflettori, non solo per le vicende degli immigrati, ma anche perché luogo di incontro e riscossione con O’Scià. Nell’ultimo anno, la manifestazione è diventata Ciao O’Scià, come per salutare un amico, una persona fidata.