L'ONG internazionale “Réseau Unité pour le Développement” ha presentato comunicazioni scritte al Consiglio per i diritti umani di Ginevra deplorando la situazione allarmante che prevale nei campi d...

Le ONG riprendono a parlare della situazione di Tinduf

Attualità postato da Euromed || 1 anno fa

L'ONG internazionale “Réseau Unité pour le Développement” ha presentato comunicazioni scritte al Consiglio per i diritti umani di Ginevra deplorando la situazione allarmante che prevale nei campi di Tindouf. Il presidente della Ong, Mohamed Vall Barka, ha sequestrato il Consiglio per i diritti umani sulle intimidazioni e la repressione subite dai difensori dei diritti umani nei campi di Tindouf, ma anche sullo sfruttamento dei bambini nei campi. Infine, una comunicazione scritta è stata dedicata all'attuale situazione nel Sahara. Comunicazioni scritte presentate dalla ONG sono state inviate all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. . Questa ONG collabora da diversi anni con le Nazioni Unite e quindi le questioni che ha fatto emergere negli scritti che ho sintetizzato sopra meritano profonda attenzione: Nel documento protocollato A/HRC/50/NGO/171 , la ONG sostiene che : " I campi di Tindouf, in questo stato di cose e in assenza di una promettente intenzione politica del Polisario e dell'Algeria, sono stati abbandonati. Ma non è la prima volta che le Nazioni Unite mettono un faro sulla situazione di Tinduf . Infatti, Il 7 Gennaio 2021, I Signori Felipe Gonzalez Morales, responsabile per diritti umani, la Signora Agnes Callamand, responsabile sulle problematiche relative alle esecuzioni sommarie e il Signor Nils Melzer , responsabile sulle questioni relative alle torture per le hanno notificato, a nome delle Nazioni Unite alla Repubblica di Algeria la nota AL DZA 7/2020. “Questo atto composto da una parte principale e da allegati . In particolare i rappresentati delle nazioni unite nel documento citato chiedono di fare luce su “ esecuzioni extragiudiziali di due rifugiati saharawi da parte delle forze di sicurezza algerine in un sito minerario a sud della città algerina di Auinet Balakraa. Si dice che queste violazioni facciano parte di una tendenza più generale di violazioni sistematiche presumibilmente commesse dalle forze di sicurezza algerine contro rifugiati saharawi e minori migranti (….) Queste violazioni sembrano far parte di una tendenza più generale di violazioni sistematiche presumibilmente commesse dalle forze di sicurezza algerine contro rifugiati saharawi e minori migranti. Episodi simili di presunti abusi su minori migranti da parte delle forze di sicurezza algerine sono stati segnalati a gennaio e maggio 2020 vicino al confine algerino-Niger. Il 1 ° gennaio 2020, secondo quanto riferito, le forze di sicurezza algerine hanno ucciso tre minori migranti che cercavano di attraversare il confine” Inoltre prosegue il documento “i rifugiati del Sahara occidentale che vivono nei campi di Tindouf sono considerati rifugiati a prima vista dal 1975. Si stima che 173.600 sahrawi vivono nei campi di Tindouf, di cui circa 90.000 vivono in condizioni precarie, secondo il rapporto. per le stime sui rifugiati.2 La popolazione dei rifugiati rimane estremamente vulnerabile e completamente dipendente dall’assistenza internazionale per i propri bisogni primari e la sopravvivenza. La malnutrizione e l’anemia sono problemi comuni tra i saharawi nei campi di Tindouf, secondo il rapporto del Segretario generale (S / 2020/938) .Le limitate opportunità economiche, legate al clima rigido e alla lontananza, hanno lasciato ai profughi saharawi pochissime fonti di reddito. In assenza di un quadro giuridico adeguato all’asilo, i rifugiati non beneficiano di alcuna protezione, poiché sono considerati persone in situazione irregolare.” Dalla lettura di tutto il documento consultabile al sito (ttps://spcommreports.ohchr.org/TMResultsBase/DownLoadPublicCommunicationFile?gId=25805) emerge un quadro veramente drammatico che se provato pone diversi problemi sul piano etico e morale . Sul piano etico , perché l’uso sistematico della forza sia contro coloro che vivono nei campi di Tinduf e le ripercussioni sociali che le famiglie dei malcapitati è un fatto che merita chiarezza e una risposta che sia soddisfacente . Sul piano morale dobbiamo domandarci : gli abitanti di questi campi sono effettivamente liberi di godere le garanzie consacrate nei documenti delle Nazioni Unite? ; Coloro che risiedono non preferibbero la pace e la prosperità offerta dal piano di autonomia avanzata delle regioni meridionali del Marocco? ed infine i residenti di Tinduf sono liberi di scegliere? Domande legittime che interrogano la coscienza delle persone e degli uomini di politica . Il mondo dopo la pandemia e dopo la guerra in corso muterà radicalmente e forse non è meglio per tutti gli attori in campo , dismettere una situazione che è fuori dalla storia , fuori da ogni logica umana ed aprirsi a nuovi scenari basati sulla cooperazione tra popoli che sono di fatto fratelli? . La risposta la lascio ad ognuno dei lettori ma, implica anche una presa di coscienza colelttiva per tentare di uscire dalla logica sorpassata della "guerra fredda" ed aprirsi al mondo nuovo Marco Baratto