La città di Roma ha sempre avuto un rapporto di odio-amore col suo fiume, il Tevere. Così come Parigi con la Senna e Londra col Tamigi, la "Città Eterna" è divenuta prospera e potente nel corso del...

Le alluvioni in una città come Roma

Attualità postato da ela2015 || 7 anni fa

La città di Roma ha sempre avuto un rapporto di odio-amore col suo fiume, il Tevere. Così come Parigi con la Senna e Londra col Tamigi, la "Città Eterna" è divenuta prospera e potente nel corso del tempo anche grazie alla presenza e ai collegamenti commerciali che poteva permettere il Tevere. Tuttavia, la vicinanza a questo offriva alla città anche il nefasto problema di essere facilmente preda delle inondazioni causate dalle sue acque e quindi delle alluvioni. Se al giorno d'oggi sono pressoché improbabili queste ultime, si deve ai muri di contenimento e ai grandi muraglioni costruiti tra la fine dell'800 ed i primi decenni del '900 e che hanno "ingabbiato" il Tevere.


Se oggi anche un minimo livello di allagamento o problema idraulico o fognario, dovuto a precipitazioni consistenti, è risolvibile da un lato grazie agli interventi delle autorità capitoline (per i luoghi pubblici) e dall'altro delle squadre di pronto intervento Roma (per le case private), nei secoli scorsi queste piogge e le conseguenti alluvioni hanno portato ingenti danni a palazzi, piazze, causando soprattutto morti. Una delle prime della storia cittadina, secondo lo storico Livio, risale a circa il 189 a.C quando il Tevere per ben dodici volte irruppe nel Campo Marzio. Queste alluvioni continuarono sia nel periodo repubblicano che imperiale, tuttavia con sempre minore frequenza, anche grazie a lavori fatti eseguire dall'imperatore Claudio. Anche in epoca medievale questa tendenza continuò, registrando pochi eventi di particolare entità. Tuttavia, fu tra la fine del XV° secolo e gli inizi del VII° secolo che si ebbero invece alluvioni ed inondazioni disastrose: tra le più devastanti quelle dell'Ottobre 1530 e del Settembre 1557 con circa 3.000 morti e danni gravissimi ad abitazioni, palazzi e piazze cittadine. Ricordata in una lapide fu quella del Dicembre 1598, quando piazza Navona ed il Pantheon furono allagati, con le acque che raggiunsero il livello rispettivamente di 5 e di 6 metri. Fu la più grande alluvione mai subita dalla città e che causò anche la distruzione del Ponte Emilio o Senatorio (oggi chiamato anche "Ponte Rotto" per questo motivo), i cui resti sono tuttora visibili. Le ultime grandi alluvioni si ebbero nei secoli successivi ed in particolare nel XIX°: nel Gennaio/Febbraio 1805 con allagamenti nelle zone del Ghetto, di piazza Navona e della Lungara; e poi nel Dicembre 1870 (anno della conquista e proclamazione di Roma a capitale del neonato Regno d'Italia) quando le acque raggiunsero un livello di 17 metri, inondando piazza del Popolo, piazza Colonna, il Ghetto e piazza San Pietro, lambendo la basilica. L'ultima inondazione spettacolare si ebbe nel 1937, quando il Tevere allagò il Pantheon. Da allora le sue acque sono rimaste sotto controllo.