« Finalmente, incerti, se camminavamo su rocce o su macerie, potemmo riconoscere alcuni massi oblunghi e squadrati, che avevamo già notato da distante, come templi sopravvissuti e memorie di una ci...

La storia di Paestum, un gioiello d'Italia

Turismo postato da MarcoDegli || 11 anni fa

« Finalmente, incerti, se camminavamo su rocce o su macerie, potemmo riconoscere alcuni massi oblunghi e squadrati, che avevamo già notato da distante, come templi sopravvissuti e memorie di una città una volta magnifica. »

 

Sono queste le parole con cui il famoso scrittore tedesco Goethe commentava, più di due secoli fa, il suo incontro con le rovine di Paestum. Fanno parte del suo "Viaggio in Italia", il racconto dei suoi due anni passati nel nostro Paese per il Grand Tour, il tradizionale viaggio dei giovani di buona famiglia nei luoghi della grande storia e cultura prima di entrare in società. Non è difficile notare come il fascino di queste zone non sia cosa recente, ma abbia già colpito menti e animi nel passato - del resto, sono ben note le bellezze straordinarie del nostro Paese. E ancora oggi, quando decidiamo di passare le nostre vacanze in un Hotel a Paestum, stiamo scegliendo una località che ci offre, insieme alla possibilità del meritato riposo dalle fatiche lavorative, anche centinaia di possibilità di arricchire la nostra cultura ammirando luoghi meravigliosi, e immergerci profondamente in una storia antichissima e affascinante.

 

E' infatti una storia lunghissima quella dell'insediamento nella zona che ora conosciamo come Paestum: i suoi albori risalgono addirittura, a quanto hanno dedotto gli archeologi dallo studio dei reperti emersi durante gli scavi, al periodo paleolitico: questo appare evidente sia dai resti di capanne che dai veri e propri manufatti. In realtà, dalle ricostruzioni, l'ipotesi più probabile è che addirittura ci fossero non uno, ma due insediamenti vicini, siti sulla cima delle due alture che ritroviamo ancora oggi, e sulle quali sorgono, rispettivamente, il Tempio di Cerere e la Basilica. 

Ciò di cui in effetti, invece, non disponiamo, sono dati precisi ed effettivi sulla fondazione della città le cui rovine oggi ammiriamo. Disponiamo però di diverse fonti storiche antiche, sebbene più tarde rispetto alla probabile data dell'evento, in base alle quali abbiamo buoni motivi per pensare che a fondare la città - che aveva inizialmente il nome di Poseidonia - siano stati dei Dori, scacciati da una maggioranza Achea, provenienti dalla colonia Greca di Sibari. Il tutto è collocabile intorno a 2600 anni fa. La città visse in effetti il suo periodo di maggior ricchezza e potenza nel quinto-quarto secolo avanti Cristo, sviluppando importanti rapporti commerciali.

 

Successivamente, dopo circa un secolo Poseidonia vide un radicale cambiamento ai porpri vertici: il controllo della città passò infatti dai Greci ai Lucani, che ne modificarono il nome in Paistom. Si tratta di un avvenimento abbastanza comune alla zona della Magna Grecia in quell'epoca; una sorte moltio simile toccò in effetti ad una città oggi molto importante, Neapolis, appunto l'odierna Napoli. Le popolazioni Lucane venivano introdotte nelle città come bassa manovalanza, e in seguito ne scalavano le gerarchie fino ad assumerne il controllo economico e politico. A tale mutamento non si accompagnò tuttavia alcuna crisi: al contrario, la ricchezza e la potenza della città rimasero ad altissimi livelli, grazie ad una fortunata combinazione di produzione agricola elevata - dovuta alla zona fertile della Piana del Sele - e a redditizi accordi commerciali. Sono di questo periodo vasi pregevolissimi realizzati da grandi maestri artigiani, e sepolture affrescate con corredi funerari di grande valore.

L'ultimo, grande cambiamento nel governo della città, tuttavia, avvenne ancora più tardi, nel 273 avanti Cristo: e questo cambiamento fu Roma. L'Urbe sottrasse Paistom alla Confederazione Lucana, le diede il nome latino che ancor oggi conosciamo - quello di Paestum - e le accordò un'alleanza di alto livello, in cui Paestum forniva navi alla flotta latina e aveva in cambio, fra l'altro, il diritto, rarissimo, di coniare moneta. In questa fase nascono le grandi opere pubbliche, come il Foro, il santuario della Fortuna Virile, o lo stesso Anfiteatro, che oggi riconosciamo quando visitiamo questa città che ha attraversato la storia.