La guerra imperialista avanza a grandi passi Solo la mobilitazione operaia e popolare può fermarla! La situazione che si sta sviluppando attualmente in Ucraina minaccia di degenerare in conflitto m...

La guerra imperialista avanza a grandi passi Solo la mobilitazione operaia e popolare può fermarla!

Italia postato da piattaformacomunista || 9 anni fa

La guerra imperialista avanza a grandi passi

Solo la mobilitazione operaia e popolare

può fermarla!

La situazione che si sta sviluppando attualmente in Ucraina minaccia di

degenerare in conflitto militare di grande ampiezza. I negoziati trilaterali, svolti sotto la crescente

pressione degli USA che mirano al pieno controllo dell’Ucraina dopo aver realizzato il golpe per

mezzo di forze fasciste, non hanno portato a un cessate il fuoco stabile.

All’origine dello scontro vi sono le contraddizioni interimperialiste, che la crisi economica e

politica capitalistica continua a inasprire.

Queste contraddizioni si esprimono principalmente: a) nella politica bellicista dell’imperialismo

USA, che rimane la prima potenza imperialista, soprattutto sul piano delle capacità militari, e che

mira a conservare la sua egemonia in declino; b) nel tentativo impresso dall’imperialismo tedesco

per rafforzare la sua leadership nell’UE e sviluppare una politica estera più decisa; c) nella risposta

aggressiva dell’imperialismo russo che si vede assediato e privato della sua sfera di influenza in

Ucraina, paese che ha una posizione chiave, vaste risorse naturali ed è attraversato da vie di transito

energetiche.

La realtà dimostra che l’inevitabilità della guerra fra i paesi imperialisti e capitalisti continua a

sussistere.

Il mutamento dei rapporti di forza fra potenze imperialiste, l’implacabile concorrenza per i mercati

e il saccheggio delle materie prime, il controllo delle fonti di energia e delle sfere di influenza, i

conflitti commerciali, hanno come logica conseguenza un adattamento delle strategie belliche delle

potenze imperialiste, per preparare la guerra.

In questo scenario, si spiega la decisione USA/NATO di alzare un nuovo muro in Europa, con lo

spiegamento di 30 mila militari della «Forza di risposta» nei paesi dell’Europa orientale, la

creazione di nuove basi, il varo di una «Forza di punta» dispiegabile in pochi giorni e l’assistenza

militare diretta al governo ucraino.

Si tratta di una escalation militare funzionale allo spostamento degli interessi strategici

nordamericani verso est, a sostegno dei loro vasalli nel Baltico, in Polonia, in Ucraina, in Georgia,

in Moldova, per circondare e minacciare la Russia, così come per bloccare le ambizioni tedesche.

Allo stesso tempo, la NATO estende la sua azione nel Meditteraneo (dove sono previste grandi

manovre navali), in Nordfrica e in Medio Oriente, zona in cui l'ISIS, notoriamente finanziato,

armato e addestrato da Zio Sam e dai suoi alleati, svolge una duplice funzione: smembrare gli stati

della regione (Siria, Iraq) e essere usato come pretesto per lo scatenamento della guerra imperialista.

Mentre in Europa si torna ad un “guerra fredda”, sempre più accompagnata da quella calda,

aumentano le spese militari e si accelera la corsa al riarmo convenzionale e all’ammodernamento di

quello nucleare, sotto la spinta dai monopoli del settore militar-industriale, battistrada della politica

bellicita e della reazione politica.

I crescenti pericoli di guerra riguardano chiaramente il nostro paese, considerato dagli USA come

una piattaforma geostrategica e un tassello fondamentale della strategia militare che punta a un

aumento del confronto militare con la Russia.

I piani aggressivi della NATO godono dell'appoggio del governo Renzi, che prosegue la politica

borghese di vassallaggio e di sottomissione agli Stati Uniti e alla UE dei monopoli.

La politica di guerra e l’interventismo militare all’estero si traducono sul "fronte interno"

nell’aumento dello sfruttamento e dell’oppressione della classe operaia, nei tagli alle spese sociali

per finanziare l’aumento del “contributo” alla NATO, nei mezzi di “distrazione di massa” per

deviare il crescente malcontento popolare, nella repressione e nelle trasformazioni reazionarie e

livello politico-istituzionale.

La denuncia del carattere imperialista dei conflitti e delle guerre locali in corso, che servono gli

interessi delle classi dominanti, la denuncia della partecipazione servile dell'imperialismo italiano,

lo smascheramento delle menzogne e degli inganni della borghesia e degli opportunisti, sono per

noi questioni ineludibili e legate alla lotta per abbattere l’imperialismo e costruire il socialismo.

Nella pericolosa situazione attuale, chiamiamo tutte le forze comuniste, rivoluzionarie,

antimperialiste, gli amanti della pace a intensificare la lotta contro la politica di guerra

dell'imperialismo, per il ritiro immediato delle truppe all’estero, per gettare a mare le basi USA e

NATO, per dire no agli F-35 e al MUOS, per la drastica riduzione delle spese militari e l’aumento

di quelle sociali, per la solidarietà ai popoli in lotta contro l'imperialismo e la reazione, per una

politica di pace e collaborazione fra i popoli.

Denunciamo la presenza militare statunitense in Italia, esigiamo lo smantellamento delle centinaia

basi USA e NATO e la chiusura delle servitù militari, l'uscita dalla NATO e il suo scioglimento!

E’ su queste fondamentali questioni che va sviluppato il dibattito e rilanciata l’iniziativa politica per

la formazione di un’ampia coalizione popolare, di sinistra, antimperialista e antifascista, più che mai

necessaria per sviluppare la mobilitazione rivoluzionaria di massa contro l’offensiva capitalista, la

reazione politica e le minacce di guerra.

7 febbraio 2015

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

 

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