Una lettera provocatoria scritta ad una rivista francese ultraconservatrice e firmata da generali in pensione, ma anche da ufficiali e militari in attività, mette in apprensione la Francia democrat...

Estero postato da monitoreinter || 2 anni fa

Una lettera provocatoria scritta ad una rivista francese ultraconservatrice e firmata da generali in pensione, ma anche da ufficiali e militari in attività, mette in apprensione la Francia democratica e segnala una nuova possibile strategia della destra estrema di indirizzare il dibattito politico verso forme che si pensava ormai non più utilizzabili. I destinatari della missiva sono tutti i rappresentanti della classe politica del paese francese, che vengono avvertiti del rischio di disintegrazione della nazione e della sua società, fino a prefigurare una potenziale guerra civile. L’analisi della situazione da parte dei militari autori della lettera, presenta una valutazione molto grave dell’attuale situazione politica e sociale francese, definita apocalittica, causata da fattori di profonda capacità di disgregazione, come l’islamismo e quelle che vengono definite le orde delle periferie, ma anche le rivolte di matrice populista, come quella dei gruppi definiti giubbotti gialli, che hanno prodotto gravi rivolte contro le forze dell’ordine. La conclusione è che l’attuale società ha prodotto un lassismo troppo pericoloso per i valori del paese e che la situazione attuale pare senza ritorno ai militari, se non attraverso un’azione delle forze armate. L’intenzione è quella di proteggere i valori della civiltà nazionale, messi in pericolo dal multiculturalismo, e quindi proteggere i cittadini francesi sul loro territorio nazionale e prevenire una guerra civile che potrebbe stravolgere il paese. Si tratta, chiaramente di una visione troppo conservatrice ed estremista, che mette in risalto una interpretazione dell’attuale momento francese in una direzione estremamente nazionalista; tuttavia, seppure in modo inquietante, ciò rappresenta un segnale inequivocabile della presenza di un malessere sulle cui cause, non sui modi di risoluzione, ci possono essere delle condivisioni. Quello che è in contraddizione con lo spirito democratico francese è non sapere proporre metodi alternativi al ricorso alla forza per non risolvere problemi, come la mancata integrazione della società musulmana, spesso relegata nei ghetti delle periferie, spesso causati proprio da quei settori politici che condividono le argomentazioni della lettera. A questo proposito risulta significativo l’appoggio dato ai militari autori della missiva, da parte della leader della maggiore formazione di estrema destra francese, che ne ha condiviso le preoccupazioni ed ha fatto un invito alla condivisione nella lotta politica, seppure in maniera pacifica: che gli argomenti fossero comuni non sorprende, ma che una possibile svolta militare potesse diventare strumento politico di un partito, sebbene di estrema destra, rappresenta un fattore preoccupante sia come fattore interno alla politica francese, che come fattore dentro all’Unione Europea. Ora ciò rappresenta un vuoto nella legislazione di Bruxelles che deve essere riempito nel più breve tempo possibile, in modo da mettere fuori legge quelle formazioni politiche, anche se elette in modo democratico, che pensino di appoggiare ed usare in maniera strumentale un eventuale aiuto fornito dalle forze armate al di fuori dei loro compiti istituzionali. Se il problema è anche dell’Europa, in primo luogo, investe la Francia, che ora deve dimostrare di sapere governare questa ribellione finché è ancora alle prime fasi, effettuando una accurata selezione dei vertici delle proprie forze armate, per dissipare ogni dubbio sulla propria tenuta democratica. Parigi, dopo Berlino, rappresenta il membro più importane dell’Unione e non si può tollerare una Francia sotto minaccia: in concreto il paese francese non è, sia detto con tutto il rispetto, l’Ungheria o un altro dei paesi dell’ex blocco sovietico, che spesso alimentano dubbi sulla reale capacità democratica e sui veri motivi per cui aderiscono a Bruxelles, la Francia è uno dei fondatori dell’Unione Europea ed uno dei leader proprio in virtù della riconosciuta adesione ai valori democratici fondativi degli ideali europei. Certamente il sentimento dei militari che hanno scritto la preoccupante lettera è minoritario nel paese francese e nelle stesse forze armate, ma l’appoggio così esibito della leader della maggiore forza di estrema destra, che è comunque arrivata al ballottaggio per diventare presidente, rappresenta un fatto che non può preoccupare i democratici di tutta Europa e che rappresenta un motivo per cui Bruxelles deve intervenire al più presto per evitare che altri, in altri paesi, seguano questa situazione sconsiderata.

Fonte: https://monitoreinternazionale.blogspot.com/2021/04/in-francia-alcuni-militari-parlano-di.html