IL SEGRETO DEI PIRATI (III Parte)

IL SEGRETO DEI PIRATI (III Parte)

Cultura e Società postato da DeaMedia1972 || 10 anni fa

 

Giuseppe Sanguedolce (Tratto dal libro Isola d’alto Mare Lampedusa)

 



Era stato indubbiamente questo il luogo in cui si
era rifugiato il giovane Andrea Anfossi dopo la sua sparizione dalla galera di Ucciali. Infatti i corsari, tornati a bordo della nave, si erano accorti della sparizione di uno dei rematori, ma il capitano ne giustificò l'assenza come la volontà del fuggitivo di divenire un eremita. Fu deciso allora di lasciare sulla spiaggia del cibo che permettesse a quell'uomo di vivere quanto più a lungo possibile.

 

Era questa una pratica comune sia ai cristiani che e ai musulmani, volendosi, in tal modo, assicurare la sopravvivenza di eventuali marinai che avessero fatto naufragio sull'isola, considerata quindi un luogo sacro sia ai cristiani che ai musulmani.

 

Continuai la lettura del testo di Jonville ma in esso potei solo riscontrare gli aspetti storici di quella vicenda, dal momento che l'autore non si era certo occupato di esaminarne né gli aspetti letterali, né, tantomeno, di risolvere il problema dei dislivelli tra gente di diversa religione e fra le quali esisteva un intricato rapporto dialettico. Approdato a queste conclusioni, tuttavia, non ritenni ancora terminata la mia ricerca. Cinque anni dopo, nel 2001, dopo vari studi e lunghe ricerche biografìche e storiche, il destino mi portò a Cambridge vicino Londra e poi, finalmente, ad Oxford, e qui, nella Biblioteca di Stato trovai, ancora intatte, le mappe dell'epoca.

 

Esaminai febbrilmente quelle carte che riproducevano le insenature di Lampedusa nelle quali era nascosta la grotta sacra ai cristiani e ai musulmani. Quelle insenature erano state riprodotte come risultavano all'epoca, cioè non ancora corrose dalle acque e dal tempo. Oggi, infatti, quei luoghi sono assai mutati poiché la sabbia è arrivata fin nelle vicinanze della grotta.

 

In un'altra mappa del XVI secolo, infine, risultava che lo scontro tra i pirati Barbarossa e Dragut fosse realmente avvenuto. Era stato quello lo scontro che aveva favorito la fuga di Andrea Anfossi.

 

I pezzi dunque si andavano, via via, incastrando l'uno accanto all'altro. Non mi restava che andare fino in fondo. Dovevo ancora scoprire in che cosa consistesse il tesoro e soprattutto il famoso segreto conosciuto da tutti i pirati. Mi sentivo anch'io un pirata e la Voce, udita nel Santuario di Lampedusa, mi aveva affidato quel preciso incarico.

 

Nella Biblioteca di Stato di Oxford trovai, infine, il diario di bordo di Capitan Cook, vi era annotato come e dove i pirati avrebbero potuto nascondere il loro tesoro. Forse quel segreto riguardava anche tutti coloro che desideravano nascondere qualsiasi cosa.

 

Su quel diario un verso sibillino colpì la mia attenzione:

 

"NON LA TERRAFERMA O LE GRANDI INSENATURE, MA UN'ISOLA COME UN AGO E SE NELL'ISOLA C'È UN'ALTRA ISOLA, QUELLO È IL POSTO PIÙ SICURO! "

 

Rilessi le parole oscure. Mi resi conto che molti non avrebbero capito ma dopotutto che importanza aveva?

 

II segreto di tutti i pirati consisteva in fondo nella loro abilità di giocare con la fantasia di chi avesse voluto, a tutti i costi, scoprire il nascondiglio dei loro tesori. Questi tesori forse non erano mai esistiti o forse non sarebbero mai stati trovati. Il loro fascino consisteva nella sola ricerca di essi. Tuttavia cercare oggetti preziosi era importante per i ricercatori più semplici o per quelli più avidi ma per gli uomini più saggi bastava comprendere che un tesoro non era soltanto una cassa piena di gioielli e denaro ma poteva esserlo maggiormente il dono della fede e della salvezza. Ciò era avvenuto appunto per Andrea Anfossi salvato dal quadro della Madonna.

 

Avevo finalmente raggiunto il risultato tanto agognato. Mi restava ancora un quesito da sciogliere. Lo compresi quando mi tolsi la colorata bandana che, da sempre mi aveva fatto sentire un pirata. Aprendola fra le mani la paragonai mentalmente al fazzoletto dei tanti pirati che c'erano stati prima di me. Quale ne era la particolarità? Ripensai allora al fazzoletto con il nodo e tre punte scolpito sulla tomba di Capitan Cook. Ripensai alla pietra a tre punte raccolta sul fondo del mare a Lampedusa, quel frammento che sembrava simboleggiare la pietra filosofale. Sorrisi comprendendo. Era tutto molto più semplice e chiaro. Il fazzoletto di un vero pirata, non aveva nulla di così misterioso, non era un fazzoletto uguale a quello della sua ciurma né, tantomeno, uguale alla mia moderna bandana. Era solo un fazzoletto più grande!