Ieri osservavo un’intervista a Grillo colta all’uscita del suo albergo romano un istante prima di lanciarsi nella sua auto bianca.In particolare mi hanno colpito i tre sguardi che era possibile dis...

Italia postato da Delirio Preterintenzionale || 10 anni fa

Ieri osservavo un’intervista a Grillo colta all’uscita del suo albergo romano un istante prima di lanciarsi nella sua auto bianca.
In particolare mi hanno colpito i tre sguardi che era possibile distinguere ed isolare nelle immagini, a quali si aggiunge il mio, campione simbolico di qualunque spettatore al di là della telecamera, uno sguardo forse virtuale ma non meno importante.
Il primo che ho notato, e da cui è iniziato l’intero gioco, è stato quell’intervistatore. Sembrava la caricatura di sé stesso, concentrato, teso, metafora facciale delle sue domande: concentrate, tese. Gli occhi socchiusi, le rughe ben scolpite, ed un unico slancio per avvicinare il microfono al viso di Grillo, una sola tensione, dagli occhi all’arto proteso e poi lungo il microfono fino alle parole da questo amplificate.
Così, seguendo la voce del portavoce 5 stelle arrivo ai suoi occhi, tondi come al solito, ma fermi, nessun movimento schizofrenico da destra a sinistra che accompagna la sincope dei suoi monologhi, e rivolti verso l’alto, oltre il gruppetto di giornalisti ma qualche metro più in su. Non posso esimermi dal dire ciò che ho pensato, anche a costo di risultare blasfemo, ma me lo si perdoni: è stata solo una sensazione dell’istante che riporto tra virgolette. Ho infatti subito immaginato che lo sguardo di Grillo fosse rivolto ad un’immagine appena abbozzata nel cielo, un Casaleggio vestito di una lunga tunica bianca, con una forte luce bianca alle spalle, che tiene in grembo un piccolo computer e che lentamente suggerisce le parole giuste ad un Grillo assorto, adorante.
Più in alto, ma dietro a Beppe, il terzo sguardo, quello di colui che aveva tutta l’aria di essere la bodyguard del comico. Nulla di paragonabile a quanto si vede attorno agli altri politici, più che osservare la situazione al contorno ascoltava rapito, rideva dei commenti di Grillo ed applaudiva accompagnando il tutto con continui assensi del capo. Magari mi sbaglio, ma vestito di nero con la portiera dell’auto tra le mani sembrava davvero un bodyguard, alquanto inutile, probabilmente scelto attraverso delle democraticissime bodyguardiadi on line, e vista l’efficacia della figura designata scommetto che stavolta la candidatura è stato appoggiata anche Pd e PdL.
In ultimo il sottoscritto, attraverso la televisione, ma quanto mai presente, oltre tutto spettatore del servizio giornalistico di un talk show, dove Grillo in un modo o nell’altro entra sempre e comunque (e per questo senza dubbio genio comunicativo).
Quattro coppie di occhi, quattro direttrici, quattro punti di vista, una scena in movimento, ma congelo un istante ben preciso, aumento la luce sui volti che portano gli sguardi, è tridimensionale e posso quasi ruotarlo per comprenderne tutti gli aspetti: un moderno Caravaggio in delirio preterintenzionale.

Fonte: http://www.deliriopreterintenzionale.it/uncategorized/gioco-di-sguardi/