Inganni storici. Come un criminale divenne un eroe, l'eroe dei due mondi!

Garibaldi processato e condannato dalla storia

Italia postato da severino || 7 anni fa

 

Garibaldi processato e condannato dalla storia

di Angelo Severino

Nel 1955 la Lampo Edizioni vendeva nelle edicole l’album e le figurine sulla “Vita di Garibaldi”, l’Eroe dei due Mondi. I ragazzi siciliani dell’epoca passavamo ore e ore a mercanteggiare i doppioni con le figurine mancanti. Fra le più ambite vi era quella di Giuseppe Garibaldi per la quale bisognava sacrificarne venti per averla e per poi attaccarla orgogliosamente sul proprio album.

Ognuno di quei ragazzi desiderava trasformarsi in tanti piccoli garibaldini pronti a portare libertà e ricchezza là dove c’era miseria e schiavitù cantando l’inno Fratelli d’Italia. Ma, diventati adulti, quei ragazzi si sono poi chiesti: di quale libertà e ricchezza, di quale spirito patriottico garibaldino e di quali fratelli d’Italia si trattava se questi “fratelli italiani” vennero a massacrare addirittura i Siciliani addirittura in casa loro?

Oggi quei ragazzi siciliani degli anni Cinquanta vogliono che Garibaldi Giuseppe venga riconsiderato e venga soprattutto processato storicamente per i tanti suoi crimini e per le sue malefatte. Poteva poi un finto eroe, com’era appunto Garibaldi Giuseppe, attaccare uno Stato sovrano, com’era appunto il Regno delle Due Sicilie e, violando ogni diritto internazionale, sbarcare in Sicilia, a Marsala, aiutato dalla flotta e dal governo inglese?

In Sicilia, oltre ai ventimila soldati piemontesi, nel 1860 arrivarono anche migliaia di mercenari della peggiore specie reclutati in Inghilterra, Francia, Polonia e altri Paesi europei e non. Sbarcò in Sicilia anche la tanta famigerata legione ungherese che, dopo l’occupazione, verrà impiegata principalmente per le repressioni più spietate.

Nel dicembre 2007, in occasione del duecentesimo anniversario della sua nascita, a Palermo si svolse un processo a Garibaldi Giuseppe per capire come sia stato possibile conquistata la Sicilia e su come, con il sostegno militare, navale e con i soldi della Gran Bretagna (che era la più grande potenza economica e militare dell’epoca) sia stata poi ridotta in colonia.

Risultò che Garibaldi, Vittorio Emanuele e i padri della patria italiana non erano altro che mosca cocchiera del governo di Londra. Fra i capi d’accusa contro Garibaldi citiamo, tra l’altro, i delitti contro l’umanità; le violazioni dei diritti indispensabili dei popoli; le stragi, le prepotenze, i saccheggi e le espoliazioni anche nei confronti di cittadini disarmati (delitti, questi, avvenuti nelle regioni del Regno delle Due Sicilie e nel Sud America).

Vi è poi l’aggressione armata, senza alcuna dichiarazione di guerra, al Regno delle Due Sicilie per conto di Vittorio Emanuele II di Savoia, aggravata dal nutrito utilizzo di mercenari particolarmente spietati e violenti, provenienti anche da paesi extraeuropei e dall’uso di associazioni a delinquere. E ancora, la trasformazione della Sicilia e della parte continentale del Regno delle Due Sicilie in colonie di sfruttamento.

Contestati a Garibaldi Giuseppe anche i molti casi d’abuso di potere, di peculato aggravato e continuato, di corruzione, di violazione delle leggi vigenti in Sicilia a danno dei contadini e a favore dei garibaldini.

Gravi anche le accuse nei confronti di Garibaldi per aver perseguitato gli ordini religiosi, per aver sospeso e sfasciato (senza alcuna opportuna sostituzione) i servizi scolastici, assistenziali, sociali e sanitari. Servizi di grandissima importanza che in Sicilia e nel Sud erano amministrati in prevalenza dagli ordini religiosi.

Accusato per «avere invaso, senza alcuna dichiarazione di guerra, un Regno legittimo, sovrano e indipendente provocandone l’annessione a un altro, con notevoli danni morali, civili ed economici per le popolazioni del mezzogiorno», Garibaldi Giuseppe nel 2007 fu condannato alla fine del processo svoltosi a Palermo. Il presidente del tribunale a malincuore dichiarò che la condanna «non poteva eseguirsi per impossibilità materiale di notifica all’imputato Garibaldi Giuseppe». E questo certamente non per mancanza di ufficiali giudiziari.

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