LA CLASSE OPERAIA ITALIANA PASSI AL CONTRATTACCO E PRESTO! CI SIA DI ESEMPIO LA MOBILITAZIONE DEL PROLETARIATO FRANCESE! 70° ANNIVERSARIO DELLA REPUBBLICA BORGHESE DEL 1946. LA RIFORMA COSTITUZ...

Comunicato CONUML sul 70° anniversario della Repubblica borghese e le controriforme costituzionali e elettorali

Italia postato da piattaformacomunista || 7 anni fa

LA CLASSE OPERAIA ITALIANA PASSI AL CONTRATTACCO E PRESTO!

CI SIA DI ESEMPIO LA MOBILITAZIONE DEL PROLETARIATO FRANCESE!

70° ANNIVERSARIO DELLA REPUBBLICA BORGHESE DEL 1946. LA RIFORMA

COSTITUZIONALE ED ELETTORALE DEL GOVERNO RENZI E DEL PARTITO

DEMOCRATICO METTE IN GRAVE PERICOLO LE CONQUISTE DELLA LOTTA

ANTIFASCISTA, DELLA RESISTENZA E DELLA GUERRA CIVILE DI LIBERAZIONE. SONO IN

SERIO PERICOLO LE CONQUISTE SOCIALI E LE AGIBILITA’ DEMOCRATICHE SANCITE

DALLA COSTITUZIONE BORGHESE DEL 1948: DIFENDIAMOLE MENTRE COMBATTIAMO

PER LA CONQUISTA DELLA NUOVA E SUPERIORE REPUBBLICA E PER LA COSTITUZIONE

SOCIALISTA DEL POTERE E DELLO STATO PROLETARIO!

Ai comunisti, alla gioventù comunista e progressista, ai rivoluzionari, alla classe operaia, agli intellettuali d’avanguardia e agli antifascisti tutti!

Dalla storia del movimento operaio nazionale e internazionale abbiamo appreso che le

conquiste sociali del proletariato strappate al padronato con dure lotte e sacrifici o si difendono costantemente ampliandole nel contempo, accumulando e mobilitando le forze per la rivoluzione e la trasformazione prima socialista e poi comunista della società oppure esse, appena possibile, vengono nuovamente soppresse dal potere della classe borghese. E’ il risultato della conflittualità di classe tra proletariato e borghesia, la quale sopravviverà sino alla scomparsa definitiva delle classi sociali nel comunismo. La borghesia cede alle rivendicazioni quando l’organizzazione politica e sindacale del proletariato è forte e se le riprende quando è debole e persino rinuncia a difenderle, come è avvenuto in Italia negli ultimi decenni a causa del predominio revisionista e riformista prima, e neoliberista poi.

La militanza e la lotta antifascista durante il ventennio mussoliniano, la Resistenza armata nel biennio 1943-1945 e la Guerra Civile di Liberazione dell’Italia dal nazifascismo e dal capitalismo - condotte dalla classe operaia e dall’intellettualità d’avanguardia coi comunisti sempre in prima linea -, che comportarono centinaia di migliaia di morti, prevalentemente comunisti iscritti al Partito Comunista d’Italia, consentirono al nostro paese di liberarsi dalla tirannide fascista, dalla monarchia e dallo Statuto albertino del 4 marzo 1848 e di conquistare la forma repubblicana dello Stato e la nuova Costituzione repubblicana e antifascista, promulgatail 1° gennaio 1948.

E’ una Costituzione chiaramente borghese, da cui deriva un apparato legislativo e statale che legittima il sistema sociale capitalistico, l’economia di mercato, la natura privatistica del sistema bancario, a partire dalla Banca d’Italia, la proprietà privata dei mezzi di produzione, lo sfruttamento della classe padronale su quella lavoratrice operaia e intellettiva, l’accentramento della ricchezza prodotta nelle mani di pochi capitalisti ricchi sfondati e la politica economica e sociale repressiva dello Stato borghese nei confronti degli elementari bisogni di vita delle masse lavoratrici e popolari. Insomma, la natura capitalistica dello Stato fascista e monarchico non è

per niente cambiata rimanendo tale.

 

Però, rispetto al passato, la nuova Costituzione garantisce - almeno nel dettato, che, però, spesso è stato e viene disatteso dalla natura repressiva del potere politico dominante dei partiti borghesi di centro, centrodestra e centrosinistra per difendere gli interessi del sistema industriale, bancario e finanziario – le libertà cosiddette democratiche di confronto politico, di una certa conflittualità e rivendicazione sociale e quelle individuali. Si tratta di conquiste conseguite con dure lotte e sacrifici di vita dal proletariato italiano e che per tale ragione noi comunisti difenderemo strenuamente sino alla conquista rivoluzionaria del Socialismo nel nostro paese, sino alla promulgazione della nuova e superiore Costituzione del Potere e dello Stato Proletario, sino alla sconfitta della democrazia borghese e la sua sostituzione con quella proletaria. Una delle conquiste della Costituzione borghese è stata la conseguente legge elettorale del proporzionale puro, oggi in via di totale estinzione.

Nei 70 anni trascorsi il proletariato italiano operaio e intellettuale ha combattuto importanti battaglie che gli hanno consentito di conquistare migliori condizioni di vita individuale, familiare e sociale, che, però, sull’onda della infame trasformazione borghese dell’ex Partito Comunista Italiano e della Confederazione Generale Italiana dei Lavoratori non ha saputo difendere ed anzi ne è rimasto ampiamente condizionato e paralizzato nella sua lotta di classe per la conquista del suo potere politico. Con l’avanzare dell’inarrestabile crisi del sistema capitalista e della sua espansione imperialista, a causa della sovrapproduzione di merci e capitali - crisi che nel tempo necessario condurrà inevitabilmente il capitalismo e l’imperialismo al crollo sotto la spinta propulsiva rivoluzionaria e soggettiva delle masse lavoratrici e popolari – la borghesia per tentare di uscire dalla propria crisi considera di ostacolo le residue sopravvissute conquiste sociali della classe lavoratrice, le stesse libertà democratiche, il pluralismo delle istituzioni rappresentative e il voto di preferenza degli elettori.

Così coi suoi governi di regime, di natura borghese e capitalistica, in modo particolare e più accelerato di prima con quelli di Berlusconi, Monti, Letta e Renzi, gli ultimi tre non sono neppure di espressione diretta del voto popolare, l’oligarchia finanziaria ha preso a picconare la Costituzione del 1948, il sistema elettorale legato al proporzionale e il voto di preferenza degli elettori. Sicché con la tanto pubblicizzata ed elogiata riforma costituzionale ed elettorale, mediante i controllati mezzi di informazione e formazione della coscienza politica collettiva, il governo Renzi ha legiferato la trasformazione del Senato da camera elettiva a camera di eletti consiglieri regionali, ha accentrato il potere legislativo nella sola camera elettiva dei deputati, unica a dover esprimere la fiducia al governo, ha dato la possibilità ai partiti di nominare 100 deputati non eletti col voto di preferenza popolare, ha assegnato il 54% dei deputati alla lista che avrà conseguito più voti, senza stabilire un limite minimo di percentuale da raggiungere, ha introdotto lo sbarramento del 3% dei voti validi per consentire a una lista di entrare in parlamento, ha abolito il consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, eccetera.

Insomma, i governi delle banche, della finanza parassitaria nazionale e internazionale, della Confindustria, del capitalismo e dell’imperialismo nazionale, europeo e mondiale stanno trasformando la democrazia parlamentare borghese, di cui alla Costituzione del 1948, in un potere politico ed economico accentrato nelle mani del presidente del consiglio e di natura presidenzialista. La nuova legge elettorale è peggiore di quella fascista del 18 novembre 1923 n. 2444, detta legge Acerbo. Il sistema costituzionale e istituzionale italiano sta tornando indietro di 70 anni, siamo in presenza di una grave svolta reazionaria che presenta caratteri di tipo fascista.

I sinceri e coerenti comunisti, la gioventù comunista, la classe operaia, l’intellettualità

d’avanguardia, l’intero proletariato italiano, tutte le forze autenticamente democratiche, progressiste e antifasciste non lo possono consentire, non possono permettere che siano infangati l’eroismo, la memoria e il sacrificio della vita di quanti lottarono e morirono per

liberare l’Italia dalla monarchia, dal fascismo e dal nazismo e per darle un assetto costituzionale e istituzionale democratico e popolare.

In questo momento politico tragico per il nostro paese noi marxisti-leninisti ricordiamo e onoriamo tutti i comunisti che nella lotta al fascismo, nella gloriosa Resistenza e nella Guerra Civile di Liberazione si batterono, e tanti perirono da eroi che la storia del movimento comunista e operaio nazionale e internazionale mai dimenticherà, non tanto e solo per conquistare la Repubblica e la Costituzione borghese e democratica, ma innanzi tutto per continuare la battaglia, anche dopo il 25 aprile 1945, per conquistare la Repubblica, la Costituzione, il Potere e la Democrazia Socialista in Italia.

Oggi occorre riprendere la Resistenza nelle condizioni date dall’odierna situazione politica e sociale per sconfiggere il disegno politico reazionario del governo Renzi, per fermare la deriva fascista in atto, per bloccare la controriforma costituzionale, istituzionale ed elettorale approvata dalla maggioranza parlamentare, per seppellire col NO le controriforme al referendum di ottobre. Ma dobbiamo essere coscienti che il NO può vincere solo se in questi quattro mesi che ci separano dal voto, di cui due feriali, si costruisca un ampio fronte di organizzazione e di lotta tra tutte le forze sane del paese.

E’ necessario che Comitati per il NO si organizzino in tutte le realtà sociali produttive, dei servizi e del tempo libero. Occorre mobilitare le masse lavoratrici e popolari, organizzare manifestazioni di protesta e di rivendicazione sociale sui temi del lavoro, della casa, dell’assistenza sociale e sanitaria, delle pensioni, della scuola, dei trasporti, eccetera, ben sapendo che senza una simile mobilitazione sarebbe difficile battere l’assalto della propaganda televisiva del governo e dei suoi partiti alleati. E’ principalmente la classe operaia che, anche sull’onda della dura protesta del proletariato francese di questi giorni contro il Jobs Act proposto dal governo cosiddetto socialista della borghesia nazionale, deve risvegliarsi dal punto di vista classista, deve riprendersi dall’assopimento ingenerato dalla sinistra falsamente democratica al potere e ritornare nelle piazze con la sua vocazione e interessi di classe da difendere e rivendicare per combattere e sconfiggere il governo capitalistico di Matteo Renzi, a partire dalla vittoria del NO a ottobre. Dobbiamo essere consapevoli che la vittoria del SI’ aprirebbe una prospettiva di una dittatura aperta della borghesia sul proletariato e le grandi masse lavoratrici, di ulteriore repressione dei diritti e delle libertà sociali. L’Italia è a un passaggio storico difficile, non capirlo oggi sarebbe un vero suicidio per le conquiste del passato e per i nuovi obiettivi da raggiungere.

Il Comitato Nazionale di Unità Marxista-Leninista (CONUML) chiama a raccolta tutte le organizzazioni sinceramente e coerentemente marxiste-leniniste, quelle operaie di fabbrica e territoriali e i comitati operai e popolari per il NO già costituiti e ripropone loro la realizzazione di una riunione nazionale, da tenersi a Roma nel corrente mese di giugno, per definire la piattaforma unitaria e un piano di lavoro di classe, in modo da costruire nella battaglia politica e ideologica che ci attende un’effettiva unità d’azione.

Invitiamo tutte le realtà organizzate a scriverci all’indirizzo conuml@libero.it

Roma, 2 giugno 2016.

COMITATO NAZIONALE DI UNITA’ MARXISTA-LENINISTA

Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

Per contatti: conuml@libero.it

Visitate il nostro sito: www.conuml.weebly.com