Eleonora Capitani presenta ai suoi lettori Come in un film che propone un percorso di riscoperta di sé per rivolgere lo sguardo verso noi stessi in modo nuovo e costruttivo.

Letteratura postato da ariannaci || 8 anni fa

Come in un film. Il cinema come mezzo di espressione di sé, di Eleonora Capitani nella Collana Punti di Vista di Edizioni Psiconline, propone un percorso di riscoperta di sé per rivolgere lo sguardo verso noi stessi in modo nuovo e costruttivo.
Eleonora Capitani presenta Come in un film ai suoi lettori.

“L’arte del cinema consiste nell’approcciarsi alla verità degli uomini, non di raccontare delle storie sempre più sorprendenti”
Jean Renoir

Traendo ispirazione da questa affermazione del grande regista francese, ho pensato di utilizzare il cinema come mezzo di espressione profonda di sé, non solo per realizzare progetti cinematografici, ma anche come strumento per aiutare le persone interessate ad elaborare i propri vissuti e le proprie emozioni in forma creativa e artistica, entrando in contatto con la propria dimensione interiore.
Utilizzando tecniche psicologiche, cinematografiche e meditative, cerco di accompagnare i partecipanti ai miei corsi e i lettori di Come in un film, in un percorso di autoconsapevolezza, alla riscoperta di un mondo interiore, troppo spesso trascurato; le persone hanno la possibilità di rivedere con gli occhi della consapevolezza tutta la loro vita, dando così un senso alla continuità delle loro esperienze, sciogliendo dei nodi del passato e sviluppando maggiore chiarezza sulle decisioni da prendere per il futuro.

La mia intenzione è stata quella di creare un luogo non luogo, sospeso nel tempo, in cui tutti si sentano liberi di esprimersi, sapendo che tutto ciò che emerge non sarà né respinto né giudicato, ma solamente accolto e osservato per ciò che è.
Si lavora scrivendo e riscrivendo il proprio copione di vita, osservandosi da più punti di vista.
Senza una consapevolezza della natura più intima di noi stessi continuiamo ad agire in base ai nostri vecchi schemi mentali e ricreiamo sempre le stesse sofferenze.
Scrivendo, invece, esploriamo le possibilità dell’esistenza e attraverso la creatività ci possiamo liberare dalle scelte abituali, dai blocchi e dalle paure, in quanto iniziamo ad essere consapevoli di ciò a cui prestiamo attenzione.

Abbiamo sempre poco tempo e raramente ci fermiamo a guardare veramente gli oggetti attorno a noi, abbiamo perso questa capacità che hanno i bambini, i quali esaminano istintivamente ogni nuovo oggetto che incontrano, con stupore e ammirazione, senza alcun giudizio critico.
Possiamo prendere nuovamente contatto con questa parte di noi che dimora ancora nei sotterranei ricoperti dalla polvere del tempo.
Provate ad immaginare di vedere per la prima volta gli oggetti che vi trovate di fronte, come li vedete adesso? Cosa vi colpisce?
Ciò che ci colpisce è ciò che ci fa conoscere il nostro rapporto emotivo con la vita.
Questo è un importante punto di partenza per ritrovare la propria semplicità e tendere alla semplicità significa tendere alla profondità della vita.
Come dicono i Saggi “una goccia è l’immagine dell’universo, in una goccia si riflettono le nuvole il cielo gli alberi”.
Seguendo un percorso di riscoperta di sé, possiamo iniziare a considerare la possibilità di vivere esperienze diverse da quelle abituali e finalmente possiamo rivolgere lo sguardo verso noi stessi in modo nuovo e costruttivo.

Fonte: http://blog.edizioni-psiconline.it/2015/06/12/come-in-un-film-presentazione-di-eleonora-capitani/