di EMILIO OLIVAMATERA - Si allarga la famiglia dei vini Matera doc. Un segnale importante in un momento di crisi, malgrado la produzione locale sia comunque in leggera crescita. Il Ministero del...

Economia postato da raffaele || 13 anni fa

di EMILIO OLIVA
MATERA - Si allarga la famiglia dei vini Matera doc. Un segnale importante in un momento di crisi, malgrado la produzione locale sia comunque in leggera crescita. Il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha approvato le modifiche e le integrazioni al disciplinare di produzione proposte dal Consorzio di tutela Matera doc, insieme con il Dipartimento Agricoltura della Regione, per cinque tipologie di vini. La denominazione di origine controllata è stata riconosciuta a Matera Primitivo Passito, Matera Rosato, Matera Moro Riserva, Matera Bianco Passito e Matera Spumante Rosè. Diventano in tutto undici le tipologie di vini doc di cui la provincia adesso può fregiarsi. 

Le new entry, che i consumatori avranno a disposizione dalla prossima annata, si aggiungono aMatera Bianco, Matera Greco, Matera Moro, Matera Rosso e Spumante. «È un sintomo della duttilità e della qualità del nostro territorio e delle nostre produzioni, che adesso possono affrontare meglio il mercato, per essere più competitive. Ora i nostri vini doc possono accompagnare tutti i piatti del menù, dall’antipasto al dolce», spiega Francesco Battifarano, 34 anni, presidente del Consorzio di tutela, titolare di u n’azienda che ha secoli di storia ed è stata la prima a fregiarsi del marchio doc con l’etichetta di “Greco Le Paglie”. 

La decisione ministeriale, al di là di quello che si potrebbe immaginare leggendo di modifiche e integrazioni al disciplinare di produzione, non è stata una semplice formalità burocratica. «Un vino diventa doc quando c’è una tradizione enologica e un valore intrinseco del territorio che devono essere dimostrati scientificamente. Nel nostro caso dietro questo successo c’è un anno e mezzo di lavoro che abbiamo svolto insieme alla Regione. Importante è stato anche il ruolo della Camera di commercio materana attraverso il lavoro svolto dalle commissioni degustazione », sottolinea Battifarano. 

«Quando nel 2005 abbiamo ottenuto la prima doc sul primitivo, al termine di un processo durato cinque anni, ci siamo dovuti guardare dagli strali dei produttori di Manduria – continua – che volevano difendere l’unicità del primitivo pugliese. Oggi abbiamo la doc anche per il primitivo passito e per un rosato e uno spumante rosè metodo classico da primitivo. In altre parole, abbiamo completato la gamma di questa tipologia di vino». 

Tra i produttori, che da questo traguardo si attendono un’ulteriore spinta sul piano commerciale, può andare orgoglioso Michele Dragone, per l’esclusività del suo spumante rosè “Ergo Sum” ottenute da uve primitivo. Esprime soddisfazione anche Rocco Graziadei, 55 anni, titolare dell’azienda Cardillo produttrice del “Malandrina”, Matera Moro doc, un primitivo che si è guadagnato riconoscimenti a non finire, dai «quattro grappoli» del DuemilaVini, la «bibbia» dei sommelier, ai titoli del Bibenda e del Gambero Rosso, oltre ad una segnalazione al Vinitaly come new entry. 

«In un mercato dove arrivano una miriade di prodotti – dice Graziadei – avere una doc, addirittura ora in Riserva, è un risultato di prestigio».

Fonte: http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=407479&IDCategoria=12