Luci ed ombre si inseguono nelle acqueforti di Calogero Piro, proteso alla ricerca di un linguaggio poeticamente elegante, armonico, dove chiarore ed oscurità segnano un ritmo incessante, non contrastante ne cacofonico. Il ritmo armonico si insinua nella mente sospendendola tra realtà e sogno, dolore e gioia si susseguono in un divenire infinito che non ha avuto un inizio e non conoscerà la fine. Un dardo scagliato in mondo indifferente, a ferire l’incomprensione, la grettezza mentale, a folgorare le tenebre per dischiuderle alla luce di una universale comprensione. Quella di Piro è la lotta di ogni artista che, al contrario del mortale sapere, getta lo sguardo oltre l’orizzonte, scorgendo armonie e cromatismi, ai più negati. Claudio Alessandri