Antonio Ligabue. Una vita d’artista PROROGATA AL 27 GIUGNO | Palazzo dei Diamanti Palazzo dei Diamanti celebra, con una retrospettiva antologica, la vicenda umana e creativa di Antonio Ligabue. L...

Antonio Ligabue, Una vita d'artista. Mostra a Palazzo dei Diamanti prorogata fino al 27 giugno.

Cultura e Società postato da anna scorsone || 2 anni fa

Antonio Ligabue. Una vita d’artista PROROGATA AL 27 GIUGNO | Palazzo dei Diamanti Palazzo dei Diamanti celebra, con una retrospettiva antologica, la vicenda umana e creativa di Antonio Ligabue. La mostra ripercorre l'itinerario artistico del pittore, scultore e disegnatore, nato in Svizzera ed emiliano d'adozione, diventato uno dei protagonisti del Novecento a livello internazionale Antonio Ligabue (1899-1965) è stato uno degli artisti più originali del Novecento, capace di emozionare con una pennellata di colore e di trasportarci all’interno del suo mondo genuino e visionario. Nato a Zurigo, dopo un’infanzia e un’adolescenza difficili viene espulso dalla Svizzera e giunge nel 1919 a Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia, patria del padre adottivo. Anche qui la sua vita resta durissima, segnata da ostilità, incomprensioni e ripetuti ricoveri negli ospedali psichiatrici. Ma Ligabue resiste, trovando nella pratica artistica quel “luogo sicuro” che non ha mai avuto. La pittura e la scultura diventano il mezzo per trasformare le difficoltà in opportunità e per dar voce ai suoi pensieri. La vita di Ligabue è un vero e proprio romanzo. Un’esistenza dominata da povertà, solitudine, emarginazione, riscattata da uno sconfinato amore per la pittura. Nel 1928 incontra l’artista Renato Marino Mazzacurati, che, riconoscendo il suo naturale talento, lo aiuta materialmente e lo incoraggia a praticare il mestiere. Geniale e visionario, “Toni al mat” – il matto, così veniva chiamato – trova nella pratica artistica quel “luogo sicuro” che non ha mai avuto, uno spazio, fisico e mentale, per trasformare le difficoltà in opportunità e per dar voce ai suoi pensieri. Antonio Ligabue amava follemente gli animali, li dipingeva con naturalezza, senza furberie o soluzioni “studiate”. Dipinse la famosa tigre del circo che era giunto a Gualtieri, in quella belva che si lancia verso la preda a fauci spalancate, si può leggere la grande bravura di Ligabue, ma è una bellezza che contiene tutto il dolore e la rabbia che Antonio covava dentro di se per il destino infame che gli aveva riservato la vita. Famosi i suoi rapaci dalle ali spalancate, il becco adunco, tanto simile al suo naso, martoriato dai sassi che egli stesso si infliggeva, forse a renderlo sempre più simile a quello della poiana o del falco. Amava talmente gli animali che nel dipingerli interloquiva con i loro versi, il ruggito rabbioso della tigre, il grido lacerante dei rapaci, l’abbaiare dei cani, o la loro postura scultorea nell’atto della “punta”. Dipinse animali di ogni genere immersi in una natura coloratissima e selvaggia. A notare il suo indubbio “genio” fu un pittore del luogo, Mazzacurati, che ospitò per vario tempo Ligabue nel suo studio regalandogli colori e tele e, in fine, imponendolo all’attenzione delle “grandi” Gallerie d’Arte, acquisì fama e denaro, abbastanza per acquistare una automobile guidata da un autista che doveva togliersi il berretto ogni qualvolta gli apriva o chiudeva lo sportello, in precedenza si era fatto dare una rossa Gilera in cambio di parecchi dipinti. La mostra documenta tutta l’attività di Ligabue attraverso oltre cento opere, tra dipinti, sculture e disegni, alcune mai esposte sinora. Nel percorso emergono i temi fondamentali della sua ricerca: dal diario intimo degli autoritratti ai paesaggi del cuore, dai ritratti alle nature morte, dagli animali selvaggi a quelli domestici, dai paesaggi agresti alle scene di caccia e alle tormente di neve. Un racconto che pone l’accento sulla singolarità della sua poetica e rivela la forza naturale, pura e istintiva del suo genio. La retrospettiva di Palazzo dei Diamanti documenta l’intera carriera di Ligabue e offre l’opportunità di riscoprire tratti e colori di un artista che resiste a etichette e a categorie troppo rigide per esprimere, come pochi, la forza naturale e istintiva del suo furore creativo A cura di Marzio Dall’Acqua e Vittorio Sgarbi con la supervisione di Augusto Agosta Tota Organizzatori Fondazione Ferrara Arte e Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma