Le aziende internet saranno ritenute direttamente responsabili per qualsiasi violazione del copyright nei contenuti condivisi sulla loro piattaforma?

Youtube, internet e i copyright (il quadro della situazione)

Internet postato da Isolabella || 5 anni fa

Le aziende internet saranno ritenute direttamente responsabili per qualsiasi violazione del copyright nei contenuti condivisi sulla loro piattaforma?

 

E’ passato al Parlamento europeo, in settembre, un testo che lo afferma. Ora l’analisi passa agli stati membri. Si svolgeranno negoziati tra essi e le istituzioni europee: se ne parlerà per più di un anno.

 

Si crea una divergenza di opinioni, come appare chiarissimo a prima vista, tra Youtube e Parlamento europeo in merito al diritto d’autore.

 

Una problematica che può diventare polemica e allargarsi a macchia d’olio, anche più di quanto non sia già avvenuto, dato il numero di persone che utilizzano Youtube. Susan Diane Wojcicki è un'imprenditrice statunitense, attuale Ceo del colosso. Nelle pagine del  Financial Times, critica l’approccio del Parlamento europeo, definendolo “unrealistic”, irrealistico. L’incertezza costringerebbe, comunque, Youtube “a bloccare un video, sulla base dell’articolo 13”. Se si moltiplica questo rischio “per le dimensioni di YouTube, dove in un minuto si caricano più di 400 ore di video, le responsabilità legali diventano un peso economico ingestibile“. Si tratta del secondo sito web più visitato al mondo, alle spalle solamente di Google. Ma torniamo, per un momento, alla realtà del nostro microcosmo. Poniamo che abbiamo realizzato un video aziendale: dove bisogna caricarlo? Abbiamo chiesto chiarimenti a Giorgio Maggioni, comunicatore, esperto e sviluppatore di modelli di business on line, specializzato nella Pmi, nonché docente di Web marketing per l’internazionalizzazione d’impresa. Queste le sue parole.

 

Che fare quando il nostro video è pronto?

 

“Se pensate di essere il nuovi Fellini, e il video che avete girato per l’azienda nella quale lavorate ha riscontrato l’ok della direzione, bene è arrivato il momento di caricarlo on line, affinché la vostra notorietà (come regista) e dell’azienda (che vi paga uno stipendio per quello che fate), prenda il volo”.

 

In quali piattaforme è opportuno caricare il video?

 

“On line ci sono decine di portali gratuiti su cui poter appoggiare le nostre riprese, ma uno su tutti primeggia. E’ certamente Youtube (già citato).

 

Diciamo però dove è inopportuno mettere i video, ovvero su LinkedIn. LinkedIn, come è noto, è un portale estremamente professionale e consultato per lo più in ufficio. È chiaro che un video, ma soprattutto l’audio di un video, possono disturbare. È inoltre una piattaforma (per le cause di cui sopra) usata molto poco da mobile, ma questo dato è in forte evoluzione. Essendo una piattaforma ancora consultata da desktop per la maggior parte degli utilizzi, ha un orientamento orizzontale”.

 

E poi?

 

“Facebook, lo si sa, è un altro social (che conosciamo tutti). A differenza di LinkedIn, Facebook è solitamente consultato fuori dalle aziende. Anzi i firewall (muri di fuoco, ma molto più semplicemente barriere all’intero della rete aziendale) di molte aziende hanno messo proprio Facebook come sito vietato, dopo che hanno rilevato che i propri dipendenti vi si connettevano per alcune decine di minuti al giorno. Quindi abbiamo detto che è in uso all’esterno degli ufficio e che solitamente è consultato attraverso l’App dedicata. A meno che non siate la Ferragni, difficilmente qualcuno vorrà consumare banda per vedere il vostro video aziendale.

 

Ma concentriamoci su Youtube! Che cosa aggiungiamo?

 

“Che dire. È nato nel 2005, come piattaforma di condivisione video (video sharing) e consente a chiunque di caricare i propri video in maniera molto semplice. È il secondo motore di ricerca dopo Google (che ne detiene la proprietà dal 2006). È molto comodo nella consultazione, ha un “motore di raccomandazione” che ti propone i video in funzione di ciò che hai visto e del tempo che hai dedicato alla visione del video. In realtà è possibile inibire il suggerimento del video (provate a pensare se, alla fine del mio video, il sistema mi proponesse lo stesso prodotto, ma proposto dalla concorrenza), ma si deve incorporare il video all’interno del proprio sito (anche se è molto facile da fare, è un’operazione tecnica). È un componente che viene utilizzato sempre più spesso per attività di Seomix, quando cioè cerco qualcosa su Google. Se ho buoni tag (codici da inserire quando pubblico un video) questo (il video) mi si propone nella Serp (la pagina che contiene i risultati del motore di ricerca).

 

Ci sono 4 miliardi di video visualizzati al giorno, ma è un dato che si evolve alla velocità della rete. 400 milioni di visualizzazioni da dispositivi mobili al mese sono un buon numero.

 

Molte volte, quando si parla di social, Youtube non viene neanche menzionato, perché gli youtuber o videoblogger in Italia non ricoprono ancora un ruolo riconosciuto come gli infuencer di Facebook. Ma quando un fornaio vuole comprare una nuova impastatrice, come fa a capire come funziona? Sfoglia un catalogo, oppure guarda un video? E quando un imprenditore che ha come business le impastatrici per il pane deve far vedere i propri prodotti, che cosa fa? Propone di sfogliare un libro oppure si affida a Youtube?

 

Trascurare Youtube per un’azienda, sia essa grande o piccola, è un peccato mortale, vuoi perché è gratuito, vuoi perché a differenza di altri sistemi è molto consultato. Youtube rappresenta la destinazione principale di tutti i video caricati o line ed è la destinazione naturale di tutti gli utenti che vogliono guardare un video”.

 

Il numero di persone che utilizzano Youtube fa pensare a un bagno di folla. Ecco che si può parlare di opinion leader.