Un calendario come storia dell’uomo Da quando gli esseri umani comparvero sul nostro pianeta, divenne pressante, ma sarebbe più esatto dire angosciante, una domanda: cosa e perché alla base del viv...

UN CALENDARIO COME STORIA DELL'UOMO di Claudio Alessandri

Cultura e Società postato da claudio alessandri || 13 anni fa

Un calendario come storia dell’uomo

Da quando gli esseri umani comparvero sul nostro pianeta, divenne pressante, ma sarebbe più esatto dire angosciante, una domanda: cosa e perché alla base del vivere e del morire è posta una entità astratta eppure fisicamente tangibile come il “tempo”.

Questo interrogativo è stato al centro della speculazione più dotta di studiosi di ogni epoca e di ogni luogo. Identica domanda se la sono posta, fin dalla più remota antichità, popoli indubbiamente progrediti, ma distanti tra loro nello spazio e nelle concezioni scientifiche, a questo studio si dedicarono gli egiziani, poi dopo un balzo prodigioso, alcuni popoli del centro america, aztechi, inca ed altri antichi amerindi. 

Un altro salto smisurato e giungiamo in Cina, oppure più vicini a noi, persiani, arabi in senso lato. Comunque, senza volere andare così distanti nel tempo, il mistero permane ancora ai nostri giorni e permarrà fino alla fine dei tempi, ovviamente non nel suo significato teorico o filosofico, ma nell’essenza stessa di un qualcosa che può essere teorizzato, ma sfugge inevitabilmente alla ragione, alla comprensione di uomini che vivono e si nutrono di tutto ciò che è tangibile, deludentemente banale.

Questo lungo e forse noioso preambolo è “sfuggito” alla mia mente per un motivo più speculativo che pratico: la nascita del calendario, da oggetto di esclusiva utilità, in breve tempo ha scoperto di essere un veicolo straordinario per diffondere immagini artistiche, vuoi dipinti, vuoi fotografie artistiche comprendendo in queste anche quello che di più bello la natura non potrebbe mostrarci, bellissime fanciulle più o meno discinte.

Alcuni di questi semplici fogli di carta hanno raggiunto grandissima notorietà e con essi il loro contenuto, raffinati come il “Pirelli” vetrina per i più grandi fotografi, veri artisti dell’immagine, oppure apertamente trasgressivi come il calendario del Play Boy  il più diffuso, che mostra  splendide modelle che, proprio da queste “fotografie artistiche”, hanno spiccato il volo verso  il mondo del cinema.

Ho citato solo pochi casi, ma ne esistono tanti altri, dell’una o dell’altra tendenza, ma a me piace ricordare e citare il profumatissimo, piccolo calendario omaggio, ogni anno dei barbieri, volgari per le essenze odorose, eppure oggetto di curiosità e culto di noi quindicenni che da quei calendari ci era consentito vedere, per allora unico mezzo consentito delle donnine nude.

                               Claudio Alessandri