Non si può escludere alcuna pista per l’omicidio dell’ambasciatore russo Andrei Karlov ad Ankara. Anche quella che riporta agli islamisti vicini a Erdogan. Disorientati dal voltafaccia verso i ribe...

Estero postato da thebirdnews || 7 anni fa

Non si può escludere alcuna pista per l’omicidio dell’ambasciatore russo Andrei Karlov ad Ankara. Anche quella che riporta agli islamisti vicini a Erdogan. Disorientati dal voltafaccia verso i ribelli siriani e minacciati in patria dall’ascesa del gruppo laico Perincek.

Golpe, terrorismo, guerra dentro e fuori dai propri confini, purghe, repressione delle minoranze, stragi, nazionalismo esasperato, arresti di deputati dell’opposizione, chiusura di giornali e ora l’assassinio di un diplomatico straniero. La Turchia, ancora pochi anni fa esempio di democrazia consolidata in un Paese islamico, continua a scivolare sempre più a fondo nell’abisso delle violenze.

La cronaca del 19 dicembre è quella di un omicidio in diretta. All’inaugurazione di una mostra fotografica ad Ankara, Mevlut Mert Altintas - poliziotto turco di 22 anni - crivella di colpi l'ambasciatore russo in Turchia, Andrei Karlov. Di fronte alla platea e alle telecamere, accanto al corpo della sua vittima, l’omicida inneggia ad Allah e proclama: «noi moriamo ad Aleppo, tu muori qui». Nel seguente blitz delle forze speciali il killer viene ucciso. Immediata la reazione di Erdogan, che chiama Putin per condannare l’attentato, e immediata l’accettazione della versione turca da parte del presidente russo, che parla di “provocazione” per minare i rapporti russo-turchi.

L’humus dell’omicidio

Proprio questi rapporti incarnano le contraddizioni turche che sono l’humus di questo omicidio. Il rinnovato legame tra Ankara e Mosca stride infatti con anni di retorica filo-ribelli siriani – quegli stessi ribelli che la Russia per un anno ha bombardato in tutta la Siria e che ad Aleppo ha costretto alla resa - e anti-Assad che il governo di Erdogan ha sparso a piene mani. Il Cremlino è infatti il primo artefice, insieme all’Iran, della sopravvivenza del regime siriano alla spallata che i ribelli supportati da Turchia e Arabia Saudita erano vicini a dare meno di due anni fa, e della seguente riscossa lealista.

Fonte: http://thebird.altervista.org/turchia-la-russia-paga-le-contraddizioni-di-erdogan/