Ancora una volta il presidente americano Trump deve smentire se stesso e la sua campagna elettorale. Questa volta l’occasione è data dalla presenza militare statunitense in Afghanistan, uno scenari...

Estero postato da monitoreinter || 6 anni fa

Ancora una volta il presidente americano Trump deve smentire se stesso e la sua campagna elettorale. Questa volta l’occasione è data dalla presenza militare statunitense in Afghanistan, uno scenario che doveva essere abbandonato, secondo la visione dell’inquilino della Casa Bianca, in modo da ottenere un risparmio finanziario da reinvestire per la situazione interna. Ma la contabilità politica e strategica di una grande potenza non può essere interpretata soltanto come un mero calcolo economico: gli interessi geopolitici non possono essere misurati soltanto in termini finanziari, ci sono costi e ricavi indotti in termini di politica estera, che possono influenzare lo scenario globale molto di più che un semplice risparmio economico. Sebbene Trump non condivida a livello personale la scelta di mantenere le forze armate statunitensi in Afghanistan, come espressamente affermato da lui stesso, la decisione è dovuta alla pressione che i militari hanno usato sul presidente americano. Trump ha cercato di volgere a suo vantaggio la permanenza degli USA nel paese asiatico, proclamando che con questa scelta gli Stati Uniti arriveranno alla vittoria, al contrario di quanto accaduto con Bush ed Obama. In realtà lo scenario più realistico, al momento, prevede il mantenimento delle posizioni, per evitare che la fragile democrazia afghana ricada nelle mani dei talebani; la conseguenza sarebbe ridare forza all’estremismo islamico, che da Kabul riprenderebbe vigore, non solo all’interno del paese, ma anche verso l’esterno. In Afghanistan il radiclaismo islamico ha tentato più volte di creare una base mondiale per il terrorismo ed abbandonare il paese significherebbe che la possibilità diventerebbe molto concreta. Inoltre l’esempio dell’Iraq, che, lasciato dalle forze armate americane è diventato il terreno di conquista dello Stato islamico, rappresenta un esempio da non ripetere. Ma non sono queste ragioni che hanno influenzato Trump al cambio di direzione, il presidente americano è stato costretto dai militari, preoccupati di dovere affrontare pericoli ben più grandi, rispetto al mantenimento delle truppe nel paese afghano. Trump ha cercato di imprimere una svolta nel rapporto diplomatico con il Pakistan, la cui collaborazione è essenziale per sconfiggere i talebani. L’atteggiamento ambiguo di Islamabad è stato pesantemente criticato dal presidente statunitense, peraltro in accordo con quanto già fatto da Obama, tuttavia la scelta di prediligere l’India come partner commerciale preferito ha avuto come conseguenza un irrigidimento ulteriore dei rapporti tra Washington ed Islamabad, che nello scenario geopolitico afghano è sicuramente controproducente. In Afghanistan la decisione statunitense è stata salutata dal governo di Kabul con decisa approvazione, data la consapevolezza di non potere affrontare i talebani soltanto con le proprie forze, al contrario i talebani hanno avvertito la Casa Bianca di continuare la guerra contro gli USA, che considerano invasori  e quindi non legittimati a sedere ad un eventuale tavolo delle trattative, più volte avviate e sempre sospese proprio per la presenza americana nel paese. Trump, dunque, riparte da dove aveva lasciato Obama ed anzi rafforzando le truppe americane in Afghanistan, dimostrandosi così un presidente non in grado di mantenere le promesse ed il programma elettorale e fornendo la percezione di essere un capo dello stato sotto tutela, per evidente incompetenza. Questo aspetto della debolezza di Trump diventa sempre più evidente, sia in campo interno, che in quello internazionale, accresciuto anche, sia dalle continue gaffe del presidente, che dai nuovi sviluppi del caso che vedrebbe la Russia avere avuto un ruolo determinante sulla sua elezione. Gli Stati Uniti rischiano di pagare un prezzo molto alto in termini di affidabilità internazionale e sul ruolo di prima potenza mondiale finché questo presidente resterà in carica.

Fonte: http://monitoreinternazionale.blogspot.it/2017/08/trump-rivede-la-sua-strategia-per.html