Per otto lavoratori su dieci compiere attività fisica regolare permette di ottenere migliori risultati anche in ufficio. Eppure solo un terzo dei datori di lavoro permette di praticare sport durant...

Sport e work life balance: il benessere lavorativo al primo posto

Lavoro postato da Lexmark || 10 anni fa

Per otto lavoratori su dieci compiere attività fisica regolare permette di ottenere migliori risultati anche in ufficio. Eppure solo un terzo dei datori di lavoro permette di praticare sport durante l'orario lavorativo e appena il 37% mette a disposizione una palestra o attrezzature sportive in azienda. Una mancanza che per i dipendenti non sembra costituire un problema, perché la forma fisica è considerata prima di tutto una responsabilità personale.

“I lavoratori italiani sembrano fedeli al motto 'mens sana in corpore sano' - afferma Marco Ceresa, Amministratore Delegato di Randstad Italia -. La convinzione che l'attività fisica sia di aiuto anche nelle performance di lavoro è ampiamente diffusa tra i dipendenti di tutto il mondo, ma in Italia si nota una particolare attenzione al benessere lavorativo e psicofisico, percepito come il frutto di una combinazione di worklife balance e attività fisica regolare. Di certo, un lavoratore in forma fisicamente e mentalmente sta meglio e approccia con maggiore ottimismo e proattività la giornata lavorativa;in questo modo contribuisce meglio agli obiettivi di business. L'impresa non può che trarre beneficio da questo atteggiamento positivo che si riflette sulla quantità e qualità produttiva. Deve, anzi, incentivarlo con un supporto concreto ad uno stile di vita sano”.

Questo è il quadro delineato dal Randstad Workmonitor, l’indagine sul mondo del lavoro realizzata in 33 Paesi del mondo nel primo trimestre 2014 da Randstad, seconda azienda al mondo nel mercato delle risorse umane, da cui emerge una particolare attenzione dei lavoratori italiani al benessere psico - fisico e al mantenimento di uno stile di vita sano. Il Randstad Workmonitor è realizzato attraverso un sondaggio sottoposto ai lavoratori dipendenti dei diversi Paesi di età compresa tra 18 e 65 anni, impegnati per un minimo di 24 ore alla settimana.

Nonostante la correlazione tra un’attività sportiva costante e il rendimento positivo sul lavoro soltanto il 37% dei datori di lavoro mette a disposizione attrezzature da palestra in ufficio. E appena un terzo (il 33%) permette di fare esercizio fisico o praticare sport durante le ore di ufficio.

I più attenti al benessere psicofisico dei lavoratori sono gli imprenditori del Nord Europa che risultano i maggiori sostenitori di uno stile di vita salutare e curano aspetti come le palestre aziendali, le convenzioni con palestre esterne e l’attenzione all'alimentazione in mensa.

Come si conciliano vita e lavoro per i dipendenti italiani? La cura dei propri familiari è un tema importante e molto sentito nel mondo produttivo, su cui in Italia emerge una sensibilità sia da parte dei lavoratori che dei datori di lavoro. L’80% dei dipendenti viene aiutato dal proprio datore di lavoro quando è costretto ad assentarsi per motivi di famiglia.

In più della metà dei casi (61%) il datore di lavoro accetta assenze se il proprio dipendente deve accudire un familiare malato. Del resto, il 57% dei dipendenti italiani si direbbe pronto a licenziarsi se l'azienda non lo permettesse.

Il work life balance resta dunque un ambito fondamentale sia per chi lavora che per chi cerca lavoro .