Renato Tosini, con le sue opere pittoriche, ha spalancato il suo “cantuccio segreto”, un mondo tutto suo che non ammette intromissione alcuna, né  di stile  né  di pensiero di corrente, fuori dell...

Cultura e Società postato da anna scorsone || 10 anni fa

 Renato Tosini, con le sue opere pittoriche, ha spalancato il suo “cantuccio segreto”, un mondo tutto suo che non ammette intromissione alcuna, né  di stile    di pensiero di corrente, fuori delle codificazioni che lo costringerebbero nell’ambito ristretto di una “tendenza”, privandolo della parola, di una sua “lingua”, di affermazioni definitive. Renato Tosini, ama esprimersi nelle ore notturne, sottratte al sonno che fatica ad impossessarsi delle sue membra; ma la mente elabora idee e visioni immerse in una bruma crepuscolare, figure e cose che emergono dall’onirico, un sogno ad occhi aperti che vede emergere dall’ignoto parvenze umane, silhouettes di case, di alberi … di barche arenate, prigioniere delle secche che spesso precludono ogni umana rivalsa e che il sogno non è in grado di evitare. Dal grigiore generale emergono figure che si impongono per postura e corpulenza; solitari, in fitti assembramenti, soggiogati da imminenti bufere le cui nubi minacciose lasciano filtrare un flebile raggio di sole che, “fulminando” un uomo “schiacciato” dai pensieri, gli infonde una parvenza di speranza.

Nel suo testo scrive Sergio Troisi:  …“Tosini presta una stesura pittorica sapientemente calcolata per sottrazione, velari di colore da cui talvolta traspare la grana della tela o che addirittura la risparmiano integrandone i bianchi simili a un baluginare fantasmatico nella composizione. Un teatro d’ombre, a cui per contrasto il nitore di alcuni dettagli conferisce un carattere allucinatorio, si tratti del riflesso di una stoffa, del luccicare improvviso di un vetro o di un metallo, della luce opalescente diffusa da una lampada notturna o dalla precisione affettuosa e ossessiva con cui si accampano in scena i giochi d’infanzia, trottole, biglie, aquiloni, tricicli, cavalli a dondolo. Dissimulata o meno, tanta pittura filtra in questa pittura, …  “ .

La luce, i colori, i vestiti indossati dai personaggi di Tosini, con la inconfondibile bombetta, lo collocano lontano, nel tempo e nello spazio, da una Sicilia vibrante di colori, profumi ed armonie. Eppure qualcosa di siciliano fa capolino dalle opere di Tosini: è il gusto irrefrenabile della satira alla quale non può rinunciare un “siculo”, un bisogno vitale che alle volte è crudele ma mai volgare scherno; è un “velato sorriso” sulle miserie dell’umanità, un atteggiamento filosofico di vedere la vita che tutti i siciliani, nessuno escluso, ha retto nei secoli, a barriera contro gli insulti della storia di una terra tanto agognata quanto depredata dei suoi beni, ma non nell’anima popolare, immortale per cultura, tradizioni e affetti. Tosini ama definirsi uno “scrittore di quadri” – ad apparire più introflesso e melanconico; pur tuttavia, la poetica sottesa a quest’ultimi dipinti è la stessa di quelli precedenti. Lo sbiadimento coloristico e la riduzione degli abituali riferimenti architettonici non negano infatti in alcun modo l’abituale e pungente vena d’ironia; piuttosto ne amplificano quell’amaro retrogusto in cui risiede la grandezza narrativa di Tosini. La ricorrente presenza dell’elemento acquoso, a legare simbolicamente le opere di ieri e quelle odierne, conferma l’assenza di tagli  e delinea la naturale evoluzione del linguaggio dell’autore.

Tutta la pittura di Tosini è in bilico altalenante fra realtà e sogno, nulla è definito o indefinibile, solo la sua grande carica intellettuale è un punto fermo: i suoi messaggi chiari ed imperativi sono lì, davanti a noi, per essere ascoltati ed attuati come consigli provenienti da un “grande vecchio” disincantato, ormai libero  da condizionamenti e, meno che mai, da deludenti frivolezze.

 

Galleria Francesco Pantaleone  arte contemporanea corso Vittorio Emanuele 3030.

Fino al 25 aprile 2014:  da martedì a venerdì dalle  10.00 alle 19.00. Sabato  dalle 10.00 alle 18.00 Ingresso libero 

 

                    Anna Scorsone Alessandri

 

 

Fonte: http://www.culturaearte.it/testi.asp?i=4C31D8