Sono sempre più frequenti i casi in cui si rimane vittime di errore medico, in tale evenienza è possibile ottenere il risarcimento danni malasanità. Ecco cosa fare per ottenere il giusto riconoscimento....

Problemi con la malasanità? Forse puoi ottenere un risarcimento, vediamo come fare

Medicina postato da stefyr || 5 anni fa

 

 

Risarcimento per errore medico

L'attuale disciplina del risarcimento danni malasanità deriva dalla legge 24 del 2017. Affinché un errore medico possa essere risarcito è necessario che dallo stesso derivi un danno. In questo caso la giurisprudenza ritiene si sia nell'ambito del danno contrattuale proprio perché vi è un accordo, anche se tacito, tra il professionista, o la struttura, e il paziente che ad esso si rivolge.

 

Anche se molti non lo sanno si ha diritto al risarcimento malasanità non soltanto se l'errore è stato commesso da un chirurgo, ma anche nel caso in cui sia commesso dal medico di base, da infermieri, personale paramedico.

Nel caso in cui si ritenga di essere vittime di errore medico, la prima cosa da fare è rivolgersi ad un avvocato per malasanità, infatti solo un professionista specializzato in questo ramo del diritto è in grado di aiutare ad avere il giusto riconoscimento. Inoltre in molti casi è in grado di ottenere un risarcimento tramite accordo con la compagnia di assicurazione, senza attendere i tempi della giustizia.

 

 

Come si calcola il risarcimento malasanità

La riforma del 2017 ha portato molte novità in tema di prescrizione, infatti in caso di errore sanitario vi sono due possibilità: agire contro il medico che si ritiene abbia avuto il comportamento omissivo o commissivo oppure agire contro la struttura sanitaria presso la quale lo stesso presta servizio.

 

Nel primo caso i termini di prescrizione sono di 5 anni, mentre se si agisce contro la struttura la prescrizione è di 10 anni. Affinché sia riconosciuto il diritto al risarcimento danni malasanità è necessario che il danno sia provato in tutte le sue voci e che ci sia il nesso di causalità tra il comportamento commissivo o omissivo del medico o personale sanitario e il danno stesso. Nel caso in cui dall'errore medico sia derivata la morte del paziente viene riconosciuto il diritto al risarcimento agli eredi per perdita del vincolo parentale.

 

Per provare la presenza di un danno derivante da responsabilità medica, ad esempio nel caso di morte susseguente a mancata o errata diagnosi, oppure una grave menomazione dipendente da un errore in sala operatoria, è necessario sottoporsi a perizie mediche, queste devono essere supportate da esami strumentali che possano provare senza ombra di dubbio il danno.

 

Il danno di cui si può ottenere ristoro comprende diverse voci, in primo luogo vi è il danno patrimoniale, lo stesso viene determinato nei costi sostenuti, (visite mediche, esami strumentali, spese di trasporto, farmaci) ma anche nel mancato guadagno, come nel caso di un professionista che a causa dell'errore medico ha dovuto smettere di lavorare per un periodo più o meno breve.

 

La seconda voce da tenere in considerazione è il danno biologico, cioè la lesione permanente o temporanea dell'integrità psico-fisica della persona. In questo caso corrono in aiuto le tabelle risarcimento danni malasanità stabilite dal tribunale di Milano. Il calcolo del danno viene fatto tenendo in considerazione diversi fattori tra cui età e tipologia di lesione.

 

 

Sentenze malasanità

I casi di responsabilità medica che hanno visto finora risarcimenti danni malasanità importanti sono davvero tanti. Ad esempio il tribunale di Genova con la sentenza 9924 del 2014 condanna l'azienda ospedaliera al risarcimento danni perché la paziente aveva contratto, durante il ricovero, il virus Klebsiella Pneumoniae Multiresistente.

 

La condanna è dovuta non semplicemente al fatto che la paziente avesse contratto tale infezione, ma anche al fatto che la scheda infermieristica messa a punto era lacunosa e non venivano indicate le procedure eseguite per la sterilizzazione degli strumenti in sala operatoria. Lacunosità erano emerse anche nelle Linee Guida della Direzione Sanitaria circa il trattamento delle infezioni ospedaliere. Ancora più pesante le sentenza del Tribunale di Roma nella sentenza 5014 del 2017.

 

In questo caso la paziente era deceduta in seguito ad un'infezione contratta in ospedale. I familiari hanno ottenuto un risarcimento complessivo di circa un milione di euro per la perdita del legame parentale.