Prevenzione della sindrome da fatica nei lavoratori
Cultura e Società postato da egolemweb || 6 anni fa
Premesso che la fatica muscolare può derivare da un lavoro eccessivo per durata o per ritmo o per gravosità, da posizioni coatte o da ripetizione eccessiva e uniforme degli stessi movimenti, un efficace opera preventiva si fonda su alcuni principi fondamentali:
Oraio di lavoro
Come è noto, in Italia c'è da molti anni il limite di 8 ore quotidiane e di 40 ore settimanali, eccezione fatta per alcune determinate categorie.
L'interruzione del lavoro deve essere di almeno un ora e la sua importanza è determinante anche sul rendimento, essendosi contato che dopo alcune ore di lavoro ininterrotto si ha una caduta di rendimento.
Hanno poi notevole importanza il lavoro straordinario in genere, e quello notturno in particolare, entrambi chiaramente configurati dalla normative oltre che contratti collettivi di lavoro.
Ritmo di lavoro
Esso deve tenere conto delle esigenze fisiologiche e anzitutto consentire per ogni movimento una pausa compensatrice sufficientemente ampia.
Le pause al ritmo di lavoro sono particolarmente indicate e utili quando la line adi rendimento tende a diminuire, cioè nella seconda metà del turno di lavoro.
Inoltre si tende a escludere o almeno a limitare quei particolari tipi di lavoro (a incentivo o a cottimo) che possano spingere più o meno consapevolmente l'operaio a forzare il ritmo di lavoro.
Gravosità del lavoro
Si tende sempre più a fare compiere i lavori più gravosi o almeno gran parte di essi alle macchine. E' comunque importante attenersi, per quanto riguarda il sollevamento e il trasporto di pesi, a poche essenzili regole:
1) preferire al sollevamento a tronco flesso, quello a ginocchia flesse;
2) preferire al trasporto a braccia, quello a dorso;
3) preferire al trasporto monolaterale, quello bilaterale;
4) preferire al trasporto sulla persona, quello sul carrello;
5) preferire al trasporto a trazione, quello a spinta.
Posizioni coatte
Le più gravi conseguenze delle posizioni da lavoro sono le alterazioni a carico dell'apparato scheletrico. Esse colpiscono soggetti costretti ad assumere una posizione molto curva (muratori, contadini, ecc.), o che devono portare carichi molto pesanti (scaricatori di porto, ecc.) o che devono premere contro una parte del corpo qualche oggetto solido (calzolai).
Le misure prese al riguardo sono dirette soprattutto al coltrollo medico dei lavoratori, che devono essere particolarmente robusti e senza affezioni a carico della colonna vertebrale, delle coste e dell'apparato scheletrico in generale.
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