Se alcuni elementi consideriamo il processo decisionale riguardo a investimenti e finanziamenti.....

Finanza postato da foresto || 12 anni fa

Se consideriamo il processo decisionale riguardo a investimenti e finanziamenti di un’azienda multinazionale e la sua strategia di Pianificazione Fiscale Internazionale, possiamo identificare alcuni elementi fiscali decisivi. In genere il profitto di un investimento si distingue in: al netto e al lordo delle imposte. La remunerazione al netto è quella che di solito è soggetta a valutazione dato che indica il reale profitto, cioè il guadagno residuo dopo il pagamento delle imposte stesse.

Succede spesso che i profitti siano soggetti a tassazioni differenti, che dipendono dall’ordinamento dello stato e dalla natura giuridica del contribuente. Per fare quindi una scelta tra due investimenti, dal punto di vista fiscale, bisogna confrontare i loro profitti al netto delle imposte. La valutazione di quale investimento produrrà il minimo onere fiscale totale possibile richiede di considerare le imposte pagate, a parità di fondi investiti, in un dato lasso di tempo. Se un investimento dà un maggior profitto al netto delle imposte, diventa ovviamente più appetibile. Il problema è che la Pianificazione Fiscale Internazionale non può basarsi unicamente sul tipo di comparazione appena descritto, che costituisce solo uno dei fattori da prendere in considerazione.
Occorre infatti valutare una serie di fattori di mercato, quali ad esempio volatilità, incertezza, oscillazione delle aliquote.
Importantissima è per esempio la quota parte dell’investimento che è fiscalmente deducibile. Se si è soggetti ad aliquote elevate, una riduzione della base imponibile produrrà un effetto traducibile in un’aliquota fiscale più bassa.

Non dobbiamo poi dimenticare che la Pianificazione Fiscale Internazionale riguarda il futuro, quindi eventi imprevisti o imprevedibili, ed è quindi caratterizzata da una forte incertezza. Gli esperti del settore parlano di “incertezza simmetrica” e di “incertezza strategica”.
Nel primo caso, i soggetti possiedono le stesse informazioni, che non sono però certe sotto il punto di vista del profitto e dei futuri oneri fiscali. Nel secondo caso, invece, non tutte le parti dispongono dello stesso grado d’informazione, quindi i soggetti informati potrebbero controllare il contesto generale, oppure non poterlo fare a causa della presenza di fattori non prevedibili.

Si capisce quindi come la necessità di contenere i rischi al fine di predisporre una corretta Pianificazione Fiscale Internazionale, generi costi di natura non fiscale.

Questi costi sono dovuti alla necessità di:
- analizzare le informazioni aziendali di natura fiscale e non;
- predisporre le strategie, ai fini dell’individuazione delle giurisdizioni, dei soggetti e delle strutture giuridiche giudicate più idonee;
- analizzare costi e benefici;
- gestire e applicare le strategie prescelte.

Tutto ciò viene messo in atto per arrivare all’obiettivo prefissato dalla pianificazione fiscale, cioè raggiungere il minimo onere fiscale totale possibile.
Dato che una multinazionale opera in diverse nazioni, occorre valutare le aliquote fiscali effettive applicate alle società del gruppo; per aliquote effettive s’intendono non le aliquote ufficiali dello stato, bensì quelle che concretamente si pagherebbero dopo aver posto in essere tutte le possibili tecniche di riduzione.
Questa massima riduzione delle aliquote si deve raggiungere nel pieno rispetto della legislazione fiscale locale, in modo da evitare sanzioni o accertamenti che, con i costi che comportano, potrebbero invalidare anche la più accurata Pianificazione Fiscale Internazionale. Una buona pianificazione, oltre ad apportare un sicuro vantaggio fiscale, deve evitare che questo sia inficiato da spese correlate alla trascuratezza (o illegalità) nell’applicazione della legislazione vigente, che potrebbero indurre l’amministrazione fiscale locale a pensare ad azioni elusive, evasive, se non addirittura a una frode.

Fonte: http://www.carloscevola.com