La manovra finanziaria 2011 colpisce i cittadini onesti e le fasce deboli. Tra i provvedimenti ingiusti che devono essere cancellati per non alimentare la “macelleria sociale” quelle sulla perequazione...

Pensioni: la manovra finanziaria 2011 colpisce i cittadini onesti e le fasce deboli

Italia postato da dagata || 12 anni fa

Anche Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” interviene sulla manovra finanziaria 2011 pronta per essere approvata dalla Camera con l’ennesimo voto di fiducia, che obiettivamente colpisce i cittadini onesti e le fasce deboli piuttosto che gli evasori e gli elusori fiscali o i grandi patrimoni.

Tra i provvedimenti ingiusti che devono essere cancellati per non alimentare la “macelleria sociale” in atto quelle sulla “perequazione” delle pensioni.

Il decreto ha purtroppo introdotto alcune durissime novità sul tema previdenziale, che vanno a toccare alcuni importanti diritti dei pensionati. Particolarmente rilevante, come hanno sottolineato alcune attente associazioni sindacali, è il blocco dell’adeguamento al costo della vita delle pensioni in essere per il periodo 2012-2013.

Tra i provvedimenti adottati v’è da segnalare:

· La rivalutazione integrale dei trattamenti per importi lordi mensili fino a tre volte il trattamento minimo (circa € 1.428,00).

· Per trattamenti per importi lordi mensili compresi tra tre e cinque volte il trattamento minimo l’indice di rivalutazione automatica sarà applicato per il 70%.

· Per trattamenti per importi lordi mensili superiori a cinque volte il trattamento lordo mensile non sarà applicato l’indice di rivalutazione automatica.

Alla luce di questi gravi interventi che non possono non ritenersi ingiusti perché lesivi di diritti quesiti ed in quanto vanno ad incidere sulla tutela reale delle pensioni già oggetto di precedenti atti di contenimento che hanno eroso il potere d’acquisto dei trattamenti (che secondo attendibili stime si assestano al 25% ogni dieci anni), Giovanni D’Agata, chiede a gran voce di stralciare queste norme perché vanno a colpire una delle fasce più deboli del Paese, quella dei pensionati che per forza di cose già assolvono i propri obblighi fiscali, anziché puntare decisamente su provvedimenti che vadano a colpire chi invece evade ed elude il fisco con misure strutturali e non di circostanza come quelle in corso di approvazione.