In meno di 5 anni la SEO ha cambiato volto. Merito (o colpa) anche di Google Penguin, l'aggiornamento che colpisce la black hat SEO.

Penguin: quando Google cambiò il modo di fare SEO

Internet postato da Quentin || 7 anni fa

Era l’aprile del 2012 e Google rilasciò un nuovo aggiornamento del proprio algoritmo che, da lì a poco, avrebbe modificato il modo di lavorare al posizionamento sui motori di ricerca e le modalità di azione di ogni agenzia SEO. L’aggiornamento fu chiamato Google Penguine interessò, in particolar modo, le strategie di link building, ma non solo. Attraverso Penguin, Big G elaborò un nuovo e potente strumento per colpire tutte le pratiche definite di Black Hat per ciò che riguardava l’acquisizione di link da siti esterni.

Nel maggio del 2013 venne implementata la versione 2.0 e nell’ottobre dell’anno seguente quella successiva ancora. Penguin colpisce le pagine o interi siti che utilizzano strategie che violano le policy di Google. Le SERP sono state quasi immediatamente scompaginate e siti posizionati tramite schemi o scambi diretti di link hanno registrato un significativo decremento di posizioni, keyword e traffico organico.

Penguin penalizza anche coloro che fanno uso di anchor text innaturali, secche e forzate e anche le pagine con link in uscita verso siti a basso trust, spammosi o, semplicemente, inutili, sono a forte rischio penalizzazione.

L’aggiornamento interessa anche quanti fanno ricorso a tecniche basate sul copywriting di bassa qualità, basato sul keyword stuffing e sulla ricorsività eccessiva a parole chiave sia all’interno nei contenuti e sia nei meta-tag title e description.

Penguin, inoltre, si focalizza anche sulla navigabilità dei siti web, penalizzando le pagine troppo lente, colme di banner invasivi o, più in generale, che ostacolano la fruibilità di un contenuto. In tal modo, attraverso il nuovo aggiornamento, Big G ha potuto restituire agli utenti che interrogano il motore di ricerca, di restituire risultati sempre più precisi e in linea con le richieste dell’utente, giungendo alla progressiva cancellazione di tutte quelle pagine web utilizzate come link farm e delle directory senza alcuna utilità, favorendo pagine web tematizzate e ricche di contenuti di qualità, dettagliati e ben scritti.