Villa degli ozi e degli svaghi, progettato dal 1525 al 1535 da Giulio Romano allievo di Raffaello, per Federico II Gonzaga, figlio di Isabella D’Este e di Francesco II Gonzaga.   Dalle varie spiega...

Palazzo Te a Mantova

Turismo postato da egolemweb || 6 anni fa

Villa degli ozi e degli svaghi, progettato dal 1525 al 1535 da Giulio Romano allievo di Raffaello, per Federico II Gonzaga, figlio di Isabella D’Este e di Francesco II Gonzaga.

 

Dalle varie spiegazioni piu’ o meno fantasiose del nome “Te” quella piu’ attendibile e’ del Bertazzolo che lo motiva con l’intersezione di due strade che formavano sull’isola una grande  T divenuta poi “TE” per ragioni eufoniche, la derivazione da ”tejetus”, ovvero localita’ dove sorgevano le “teze”, tipiche capanne con il tetto di paglia.

 

Federico II volle trasformare il luogo dove sorgevano le antiche scuderie della famiglia Gonzaga, in una sorta di “ villa di rappresentanza”, destinata tanto ai sontuosi ricevimenti quanto ai segreti convegni amorosi con la donna amata Isabella Boschetti. 

 

Palazzo Te è una tra  le più belle ville che l’Italia possa vantare. Riflesso perfetto di un preciso e non facile momento della storia dell’arte,quello del passaggio dagli splendori rinascimentali alle esuberanze manieriste. Giulio Romano in essa ha creato  tutto, l’architettura come la decorazione di ogni singolo ambiente,moltiplicando invenzioni su invenzioni, tanto da alimentare l’ispirazione di generazioni d’artisti. 

 

Il committente la volle per stupire gli ospiti a cominciare dall’imperatore Carlo V venuto a conferirgli la corona Ducale.

Basti pensare alla stupefacente sala dei Giganti in cui l’arte realizza alla perfezione il prodigio di sostituirsi alla realta’, creando una scena che coinvolge lo spettatore nell’immane tragedia di un mondo in rovina.

 

Lo stupore derivato da questa come da altre invenzioni (basti citare i triglifi cadenti del cortile quadrato. Si pensi all’idea di costruire un edificio come se stesse crollando) si integra con quello degli ambienti in cui Federico ostentò i propri titoli, così’ come gli interessi (i cavalli fissati per sempre nell’omonima sala) le ambizioni ( si pensi all’impresa dell’Olimpo) e persino le passioni (inarrivabile, in proposito, la sala di Psiche, il cui mito dovrebbe velare e invece esalta il suo illecito amore).

 

La villa sorse anche per l’esigenza del signore di crearsi uno spazio privato,fuori dall’immensa reggia; ma in fondo al giardino egli volle anche uno spazio privatissimo, l’appartamento detto della Grotta.

 

E questa sequenza delle residenze sempre piu’ piccole,come fosse il gioco delle scatole cinesi,e’ un’altra senza esaurirle,delle sorprese del Te: tante  e tanto vari e sorprendenti e inquietanti,da far dire,non senza ragione, che il manierismo e’ nato qui.

 

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