Continuano le indagini sul caso del giovane Jacopo Lucchetti, morto per una banale mononucleosi.

Morto per mononucleosi, indagati i medici del Gemelli

Italia postato da grace_opt || 9 anni fa

E’ di del mese di settembre la notizia della morte di Jacopo Lucchetti, ventiseienne di Roma giunto all’Ospedale Gemelli a Ferragosto in leggero stato febbrile persistente. Il ragazzo, non presentando altri sintomi, si è recato all’ospedale per un controllo, al fine di individuare le cause di questa febbre continua, dove i medici hanno diagnosticato prontamente la mononucleosi.

Trascorse 24 ore il giovane è stato trasferito allo Spallanzani, struttura nella quale è presente un reparto specializzato in malattie infettive. Nel giro di poche ore la sua situazione clinica è peggiorata drasticamente a causa di un rigonfiamento dei linfonodi, portandolo in uno stato di coma irreversibile e infine alla morte, il 5 settembre 2014.

L’inchiesta seguita alla morte di Jacopo, nella quale sono indagati con l’accusa di omicidio colposo sette medici del Gemelli e due medici dello Spallanzani, sta cercando di fare chiarezza sulle assurde circostanze che hanno portato alla morte di questo sfortunato giovane e, soprattutto, su cosa sia successo nei giorni intercorsi tra il coma e il decesso.

La madre del ragazzo, interrogata sui fatti, ha spiegato che il rigonfiamento dei linfonodi aveva creato delle serie difficoltà respiratorie al figlio, che aveva più volte supplicato i medici di aiutarlo perché faticava a respirare, ma i dottori non sarebbero intervenuti a dovere, nonostante la cartella clinica riporti un “ridotto spazio respiratorio”, già segnalato dai medici dell’ospedale Gemelli durante il primo ricovero.

Il personale incaricato del caso di Jacopo si giustifica sostenendo che durante le 24 ore passate in osservazione al Gemelli non erano stati riscontrati sintomi tali da giustificare un intervento più invasivo rispetto alle misure adottate.

L’accusa sostenuta dal pm Nadia Plastina, responsabile dell’indagine, è di concorso in omicidio colposo: cercherà di fare chiarezza sul perché il personale medico abbia optato per una terapia di tipo farmacologico invece di intervenire con manovre, intubazione o incisione della trachea per liberare le vie aeree del giovane, salvandogli così la vita.